di Alessandro Di Silvestro
Benedetta Frigerio ha pubblicato su Tempi.it un articolo dal titolo L’Unar colpisce ancora: sitcom gay per le scuole Toccafondi: «Tutti dobbiamo prendere posizione. Anche il governo», nel quale, oltre alle ecolalie di Toccafondi, si legge che l’ultima trovata patrocinata dall’Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali), in occasione della settimana contro il razzismo, è la proposta alle scuole di una sitcom, Vicini, in cui si parla di un condominio che accoglie le coppie omosessuali ma non le famiglie con bambini.
L’unico evento nel quale è prevista la proiezione di un episodio della sitcom si è svolto venerdì 21 marzo nella scuola primaria di Refrancore, in provincia di Asti, nell’ambito di una iniziativa curata dall’Istituto per la Storia della Resistenza e della Società dal titolo L’arancione ci dona! come si legge nel programma delle iniziative della settimana contro il razzismo, sul sito dell’Unar.
Ma che cos’è la sitcom Vicini? E, soprattutto che vuol dire che il condominio accoglie le coppie omosessuali ma non le famiglie con bambini?
La sitcom, il cui titolo completo è Vicini. Il mondo comincia dalla porta accanto è in effetti ambientata in un condominio e mette in scena con ironia alcuni pregiudizi che cinque coppie, anche in perfetta buona fede, hanno e agiscono quando entrano in contatto con altre coppie “diverse” vicine di condominio: gli anziani Ada ed Egidio, i musulmani Aisha e Youssuf, la coppia gay Michele e Raffaele, le sorelle cinesi Memei e Xu e i disabili Benedetta e Tommaso protagonisti ognuno e ognuna di un episodio nel quale esprimono i propri pregiudizi su un’altra delle coppie.
In ogni episodio vengono espressi pregiudizi negativi ma anche positivi basati cioè sui luoghi comuni meno apertamente ostili e reazionari, ma di fatto sempre su pregiudizi.
La sitcom è stata prodotta dall’Unar coi soldi del Fondo Sociale Europeo ed è stata interamente realizzata da 20 ragazzi e ragazze under 30 provenienti dalle ROC (Regioni Obiettivo Convergenza): Campania, Puglia, Calabria e Sicilia che, previa selezione attraverso un bando pubblico, sono stai formati e formate attraverso un percorso laboratoriale della durata di tre mesi, durante il quale sono stati realizzati i soggetti, i personaggi, le storie e sono state effettuate le riprese e il montaggio.
Vicini. Il mondo comincia dalla porta accanto è stata prodotta nel 2012, ed è online su youtube, visibile da tutti e tutte, dall’8 maggio del 2012.
Da allora, dopo essere stata presentata in anteprima a Roma, è stata proiettata in diverse scuole, in diverse manifestazioni dedicate al cinema e anche in diversi Festival cinematografici.
Altro che ultima novità! L’articolo di Tempi giunge con quasi due anni di ritardo.
Ma cosa accade in Vicini che ha dato così fastidio a Benedetta Frigerio?
Nel primo episodio, Michele e Raffaele, che stanno insieme, hanno perso il gatto e sospettano sia stato preso da Memei e Xu due sorelle cinesi che vivono sullo stesso palazzo.
Michele si immagina che le sorelle lo abbiano cucinato per darlo da mangiare al ristorante, Raffaele, che ha una visione stereotipata più positiva della Cina, si immagina che le due sorelle curino il gatto, che è inappetente, con l’agopuntura.
Il meccanismo narrativo è tale che la coppia che in un episodio esprime i pregiudizi è vittima a sua volta dei pregiudizi altrui in un altro episodio.
Così Memei e Xu, in un altro episodio, esprimono pregiudizi su Ada ed Egidio che, a loro volta, in un altro episodio, esprimono pregiudizi su Aisha e Youssuf che esprimono pregiudizi su Benedetta e Tommaso che esprimono pregiudizi su Michele e Raffaele.
Alla fine di ogni episodio l’incontro tra la coppia che giudica e la coppia vittima di pregiudizio ristabilisce la verità, che è sempre diversa da quella ipotizzata in un primo momento in base ai pregiudizi.
La sitcom mostra così che chi è vittima dei pregiudizi altrui diffonde a sua volta sempre altri pregiudizi e che l’unica cosa da fare per sottrarsi a questo meccanismo è quello di “capovolgere il punto di vista” di chi discrimina, più o meno volontariamente, etnie, minoranze e gruppi religiosi che compongono il tessuto sociale italiano odierno, come si legge in un articolo pubblicato su Near il periodico di Informazione dell’Unar.
Altro che diffusione della teoria del gender, qui si mostrano persone vittime di pregiudizi, propri e altrui!
Malafede?
Grossolano fraintendimento?
Lasciamo giudicare a chi ci legge.
Certo nell’articolo di Tempi fra tutte le immagini per illustrare la sitcom è stata scelta questa (che pubblichiamo in alto) tratta dallo scenario pensato da Tommaso che, in base ai suoi pregiudizi, si immagina che i gay per distruggere la famiglia tradizionale costringano un ex etero, ora chiamato nuova checca, a sposarsi con un uomo contro la sua volontà. Una scena ironica, proprio come quella delle due sorelle che uccidono il gatto, che serve a mettere alla berlina pregiudizi e stereotipi ma che, avulsa dal suo contesto originale, può essere impiegata per far dire quel che si vuole.
D’altronde che nella sitcom il condominio accolga le coppie gay ma non le famiglie con bambini è una menzogna detta con l’intenzione di mentire.
La coppia musulmana ha infatti un bambino che ha fatto indigestione dopo il ramadan e per il quale padre e madre vanno dai vicini anziani a chiedere un digestivo.
Sapevamo che Tempi si barricava dietro il diritto di opinione per poter liberamente esprimere pregiudizi contro le omosessualità e diffondere odio contro lesbiche gay trans gender e bisessuali.
Non sapevamo che il diritto di opinione si estendesse fino al diritto di dire menzogne e disinformare il proprio pubblico di lettori e lettrici.
Se Tempi critica la sitcom accusandola di diffondere la teoria del gender mentre in realtà Vicini difende le altre razze, le altre religioni e tutte quelle persone a qualsiasi titolo ritenute diverse smontando il meccanismo di pregiudizi che le discriminano ci chiediamo se oltre l’odio omofobico Tempi non diffonda anche un feroce odio contro le altre razze, le altre religioni e tutte le persone a qualsiasi titolo considerate diverse.
Vien da chiedersi perché a Tempi dia tanto fastidio che i diversi vengano emancipati preferendo che restino nella loro condizione di persone discriminate…
Forse perché se si interviene sul serio in favore dei diversi, eliminando alla radice le discriminazioni che li rendono tali, emancipandoli dal pregiudizio e rendendoli finalmente persone di pari dignità, la Chiesa non ha più persone da accogliere svolgendo una funzione sociale per la quale lo Stato la finanzia profumatamente.
Pensavamo che, per quando disgustosamente discriminatorie, quelle di Tempi fossero idee invece anche Tempi difende solo gli interessi economici del suo azionista di riferimento…
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