Ci sono piorità: l’istituzione della giornata dell’unità nazionale e l’insegnamento dell’Inno di Mameli nelle scuole, (molto più importante di un’educazione musicale seria). L’Italia è il paese delle priorità.
L’insegnamento dell’Inno nazionale rientra “nell’ambito delle attività finalizzate all’acquisizione delle conoscenze e delle competenze relative a Cittadinanza e Costituzione” voluta dall’indimenticabile Ministro Gelmini, ci informa l’Unità.
Ricordare il 17 marzo 1861, giorno in cui si approvò l’Unità d’Italia a Torino è cosa buona e giusta: così come lo sarebbe insegnare che l‘omofobia fa male, soprattutto a chi è pestato, che gli immigrati di colore non sono negri di merda, che quelli del Maghreb non sono terroristi e che l’Islam predica la tolleranza e il rispetto come il Cattolicesimo (nonostante gli Integralisti e Ratzinger dicano il contrario), che gli Indiani indù sono un popolo con una grande storia e non qualcosa che fa rima con cucù, che gli immigrati nati in Italia meritano la cittadinanza, che nell’onestà c’è dignità e che la Divina Commedia di Dante è qualcosa di più di un’opera da imparare a memoria.
Ma l’Italia è il paese delle priorità.
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