16.9 C
Milano
22.3 C
Roma
Pubblicità
Roma
nubi sparse
22.3 ° C
22.9 °
20.8 °
50 %
1.8kmh
40 %
Dom
21 °
Lun
21 °
Mar
20 °
Mer
23 °
Gio
23 °

POLITICA

Pubblicità

ALTRA POLITICA

Pubblicità

ESTERI

Pubblicità
HomeNotizieLa settimana di Jorge Alberto: il sogno di Natale della coppia gay

La settimana di Jorge Alberto: il sogno di Natale della coppia gay

Pubblicità
GAIAITALIA.COM NOTIZIE anche su TELEGRAMIscrivetevi al nostro Canale Telegram
GAIAITALIA.COM NOTIZIE su WHATSAPPIscrivetevi al nostro Canale WHATSAPP

 

 

 

di Jorge Alberto Chávez Reyes  twitter@Limagay

 

 

Jorge Alberto Chavez Reyes, peruviano, è giornalista professionista, fondatore del MHOL di Lima, attivista LGBT conosciuto in tutta l'America Latina
Jorge Alberto Chavez Reyes, peruviano, è giornalista professionista, fondatore del MHOL di Lima, attivista LGBT conosciuto in tutta l’America Latina

In Perù, come in molti altri paesi del mondo, gay e lesbiche non hanno il diritto che le nostre coppie, che le persone che amiamo, siano riconosciute dalla legge.

 

Molte, tra le nostre famiglie di origine, incluse quelle che si ritengono tolleranti con l’omosessualità, tendono a non considerare il nostro compagno o la nostra compagna “importanti” come i compagni e le compagne dei nostri fratelli e sorelle etero e, quando si partecipa a matrimoni, compleanno o alle celebrazioni natalizie, tendono a metterle un po’ da parte. In secondo piano. A questo impegno d’amore, a questa coppia, non si dà la stessa importanza, la stessa dinigità che sid arebbe ad una coppia formata da una donna ed un uomo. Spesso, anche in quelle famiglie che si ritengono tolleranti, si nasconde la vera natura della relazione presentando la fidanzata della figlia o il fidanzato del figlio come “amici”. Naturalmente per “proteggere” i bambini.

 

Un gruppo ristretto di persone in confronto alla maggioranza riesce ad avere una vita di coppia normale, senza più il bisogno di essere accettati dall’ambiente, ma per la maggioranza di lesbiche e gay e transessuali, il Natale ricorda che, anche nel caso la nostra relazione sia più stabile e di più lunga durata di quella dei nostri fratelli o sorelle, non si è considerati una coppia “sul serio” e molto meno una famiglia.

 

Quando ero un adolescente o un giovane adulto al quale paiceva addobbare la casa e preparare la cena di Natale, dato che ho sempre amato cucinare,  sognavo il giorno in cui avrei potuto celebrare il Natale con il mio compagno o marito (erano gli anni ’90 e non avevo il coraggio di chiamarlo “marito” in verità) dividendo la cena con i miei genitori, i suoi e le nostre famiglie.

 

Con tristezza devo constatare che tutto questo rimane ancora un sogno. Solo in un paio di occasioni ho potuto passare il Natale con il mio compagno e la mia famiglia che li hanno accolti bene, con una certa distanza, ma bene. Addirittura in un caso i nipoti chiamarono il mio compagno “Zio”.

 

Fu cinque anni fa. Lui era quello che considero l’amore della mia vita – che suona melodrammatico, ma sotto natale tutto fa brodo – ed il Natale con lui fu il “più gay” della mia vita: “gay” nel suo significato di “allegro” e perché fu l’unico momento in cui condivisi quella festività con l’uomo che amavo. Bacio sotto il vischio compreso e condivisione dello stesso letto.

 

Purtroppo non stiamo più insieme, ma i bei ricordi mi servono per continuare a lottare con più forza per l’approazione del matrimonio egualitario.

 

Voglio citare Dustin Lance Black, regista ed attivista, quando dice “There’s power in the word, that the word is understood by society and it means that when you say ‘I’m married’ or getting married, it’s a promise you make to the person you love, and I think that promise creates so much. It creates so much potential, and is understood by so many people”, cioè che la parola matrimonio crea potentissime aspettative nella società, è una promessa, un atto pubblico ed è compresa dalla maggioranza delle persone. Con la stessa sua determinazione e forse anche di più, voglio che le prossime generazioni di gay e lesbiche non debbano fare come me, limitandosi a sognare di formare una famiglia, voglio che tutti abbiamo la possibilità e l’opportunità di affermare davanti alla legge che amiamo “lui” o “lei” e voglio che le nostre unioni siano riconosciute in tutto il Perù (perché vivo qui) ed in tutto il mondo.

 

Anche se ho più di 40 anni non perdo la speranza di poter dire un giorno “Sì, lo voglio” di fronte ad un funzionario municipale e che quella notte con “l’amore della mia vita” non sia stata soltanto un’eccezione, ma una visione del futuro egualitario che merito. Che tutti meritiamo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(11 dicembre 2015)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

©gaiaitalia.com 2015 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

Iscrivetevi alla nostra newsletter (saremo molto rispettosi, non più di due invii al mese)

Torino
cielo sereno
13.2 ° C
14.6 °
12.4 °
62 %
0.5kmh
0 %
Dom
13 °
Lun
11 °
Mar
11 °
Mer
14 °
Gio
14 °
Pubblicità

LEGGI ANCHE