di Giovanna Di Rosa
Sono diventati grandi, quei ragazzacci del M5S dopo che hanno avuto la legittimazione popolare del voto europeo e che hanno visto il Pd prendere il doppio dei loro voti, loro che dovevano cambiare la staria d’Italia e che si sono poi alleati con gli xenomofobi antieuropei di Farange, rimediando disastri tattici su disastri politici. Sono diventati grandi, dicevamo, e li scopriamo dorotei.
Proprio così. Il cambio è epocale. Pare quasi genetico. Indotto dai tempi o dai bisogni. Ma ironia a parte – per quanto sia difficile farne a meno, dell’ironia – dev’essere proprio cambiato qualcosa se da Maurizio Buccarella, capogruppo al Senato, viene fuori la dorotea dichiarazione: “Ci possono essere sensibilità diverse su tempi e modalità di questa partita a scacchi col Pd”.
Poi c’è la base dei furioselli, quelle poche migliaia che votano sul blog privato di Grillo e che vengono venduti come “tutti gli Italiani”, quella base di furioselli contesta Luigi Di Maio, e le sue aperture sulla legge elettorale. Quel Luigi Di Maio, antipatico come l’olio di ricino, che però è probabilmente l‘unico politico di razza partorito dal M5S che ha tra le sue fila geni come Crimi e Donna Lombardi.
Reazioni, tutte, un po’ scomposte. Come scomposta è la pubblicazione sul blog di Grillo di un sondaggio che dà il partito di Berlusconi al 12% (convinto forse che quei voti vadano al M5S, povero illuso) e le solite grida contro la dittatura, contro la corruzione, contro Renzi, contro il PD, contro tutti coloro che non sono fedeli alla linea M5S, che hanno rotto i santissimi anche a Casaleggio e sullo sfondo le lamentele dei cittadini pentastelluti che dicono di essere sempre stati per il dialogo, ma che ora questi “del Pd ci chiedono persino i compitini scritti, non è così che si discute tra due forze politiche…”.
E come si discute? Dai blog?
(9 luglio 2014)
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