Così impegnati nel racconto di loro stessi, un racconto vieppiù fantasioso e assolutamente lontano dalla realtà; impegnati nel confezionare la loro propaganda così becera che viene sbugiardata persino dall’estero – e da leader di paesi che dell’Italia sono alleati; impegnati a fare tutto e il contrario di tutto, riuscendo (o cercando di farlo) a far diventare un evento persino la scena patetica di un capo di governo straniero che si inginocchia all’arrivo della regina d’Italia incoronata da Italo Bocchino, non resta loro il tempo per governare per tutta l’Italia e non sono blaterare per quel 30% sondaggistico che li mette al primo posto nelle intenzioni di voto.
Dall’altro lato della destra una Lega la cui deriva è sotto gli occhi tutti, con le due nuove vicesegreterie che sapranno oscurare persino quel nulla evanescente che è stato il buon Crippa, scomparso dai radar da settimane – non che se ne senta la mancanza – e un centro che riscopre con sommo ritardo la questione dei diritti umani dietro la spinta di Marina Berlusconi, che alla questione sembra credere sul serio, e una Rachele Mussolini convertitasi sulla via del Gay Pride alle questioni LGBTI che dimostrando di non conoscere il senso del ridicolo bacchetta il Comune di Roma quasi non avesse fatto nulla e si prende meriti, due comunicati stampa dopo, che non ha.
Insomma l’Italia che non esiste e la scelta del governo che governa per un terzo d’Italia. Il nostro Vittorio Lussana nella sua rubrica Giustappunto! definisce quella scelta “una corsa demenziale verso l’irresponsabilità“, ed è difficile dargli torto.
Da parte loro le opposizioni continuano nel loro parlare solo a coloro che le voteranno comunque, mettendo da parte – e lasciando insoddisfatti – quell’oltre 33% di elettori che non dichiarano il loro voto via sondaggi sempre più accoccolati sul 30% di FdI. Il prossimo congresso del PD di Elly Schlein – vedremo quanto dura la segretaria – potrebbe essere alle porte; lei è sorda ai richiami di quel 22% basso e 22% alto che le viene regalato dai sondaggi da mesi e mesi, e si nasconde dietro il solito “Quando ho vinto le primarie il PD era al 15%”. Vuol dire non avere capito niente.
Fratoianni e Bonelli (imbarazzanti le sue grida in Parlamento quasi stesse dicesse qualcosa) sono ancorati attorno al loro 6,2% (percentuale che viene loro attribuita anche per le prossime comunali di Genova) e Conte (cosa dice Conte?) che attorno al suo 12% fa concorrenza a Schlein dicendo le stesse cose di Bonelli e Fratoianni mentre Schlein lancia slogan alla Conte. Insomma una sinistra che è un pasticcio immangiabile. Chi se la ingoia un’opposizione che non ha un progetto politico che non siano i referendum già morti prima dell’apertura delle urne?
E ci sarebbero autostrade che Nicola Zingaretti, ad esempio, vede in tutta la loro percorribilità parlandone, mentre dice altro, in un’intervista a Repubblica. L’ex segretario PD racconta pari pari i problemi della maggioranza: “il ministro Tajani chiedeva l’elezione diretta degli Stati Uniti d’Europa, quindi un grande balzo in avanti” mentre “l’altro vice premier Salvini chiedeva di tornare indietro alla comunità economica europea. Per tutte queste ragioni l’Italia paga un prezzo drammaticamente alto e risulta fuori da tutto” e con Meloni, continua Zingaretti, “c’è l’italietta di Roberto Vannacci, che la Lega ha scelto come vicesegretario e che ha votato contro la commissione europea, e l’italietta legata al premier ungherese Viktor Orbán“.
Se l’indicazione a Schlein non fosse chiara gliela si può tradurre: se non si parla a quel 33% che a votare dichiara di non andarci non c’è opposizione che tenga e Meloni ve la tenete per tre legislature. Ma noi siamo sempliciotti e semplifichiamo.
Ecco tracciata, con quello che vorremmo definire ironico ottimismo, la via maestra verso l’implosione che è tracciata per inerzia e senza nessun impegno reale tanto da Governo quanto dall’opposizione, risultato di una classe politica impreparata che nemmeno si può definire formata da scappati di casa perché già si era convinti, e ci siamo sbagliati un’altra volta, che peggio di quello non si potesse. E invece si può. Ma bisognerà mettere loro un limite. O l’Ungheria è dietro l’angolo.
Per chi ami farsi del male, o ridere a crepapelle, c’è poi la possibilità di dare un’occhiata alla lista dei componenti del governo Berlusconi IV per poi andarla a confrontare con quella dei componenti del governo Meloni I, giocando a scopri le differenze.
(18 maggio 2025)
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