Davvero non gliene va bene una: non fanno in tempo a dare il via allo Zoo d’Albania aperto in pompa magna e con strombazzar di nulla per rimediare la figuraccia che tutti abbiamo visto, che arriva il rapporto dell’Ecri, la commissione contro il razzismo e l’intolleranza del Consiglio d’Europa, organizzazione internazionale non Ue con sede a Strasburgo, che si permette addirittura di notare con “seria preoccupazione” che il discorso pubblico italiano è diventato “sempre più xenofobo”.
Una denuncia diretta all’Italia alla quale la presidente del Consiglio ha reagito con i mezzi che le sono propri primo tra i quali, il linguaggio crapulone che grida all’onore: “No alle ingiurie”.
Naturalmente si capisce che la presidente Meloni sia fuori di sé: doveva essere il suo trionfo definitivo e guarda cosa le succede. Spende una valanga di soldi, non solo suoi, per un’operazione di facciata che definire ridicola è correre un rischio inutile per trasportare su è giù per il Mediterraneo sedici pericolosi migranti che poi ha dovuto riportare indietro; la Polizia è furiosa, lamentando la mancanza di alloggi come da contratto di lavoro, turni massacranti e cattiva organizzazione (servizio di Radio 24 del 22 ottobre 2024); questi che addirittura si prendono la briga di organizzare rapporti, che richiedono studi e tempo, sullo stato dell’Italia e della sua spaventosa propensione al razzismo indotto, denunciano che “i discorsi politici hanno assunto toni “fortemente divisivi e antagonistici”, in particolare nei confronti di rifugiati, richiedenti asilo e migranti, cittadini italiani con origine migratoria, Rom e persone Lgbti – la Commissione cita soprattutto la Lega e il suo leader, il ministro Matteo Salvini.
Non finisce qui: Ursula Von der Leyen ha appena dichiarato che di la strada albanese in UE non è praticabile, anche perché il PSE le ha ricordato che se dovesse proseguire su quella strada e prendere in considerazione di seguire gli apprendisti stregoni le toglierebbe i voti e la magistratura italiana, quei pericolosi comunisti che addirittura pretendono di applicare le leggi non necessariamente soggiacendo ai voleri della regina di turno, hanno già reso noto che anche sul nuovo decreto Albania vale sempre il diritto UE.
(22 ottobre 2024)
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