di P.M.M.
Immaginate la sorpresa nel vedere censurati, cancellati – rimossi, insomma, post di critica politica a Salvini del tenore di questo, da gruppi social di critica a Salvini che inneggiano, nei toni di presentazione, al contrasto alle destre, salvo avere cambiato idea nelle ultime settimane.
Perché succede che alcuni di questi gruppi, o meglio i loro amministratori, siano anche filo-Putin e il fatto che Salvini abbia sposato la pace [sic] come strumento per cercare di non uscire con le ossa troppo rotte dalle amministrative del 12 giugno e dai referendum, sposta gli antisalviniani granitici su posizioni più morbide verso il segretario leghista della nuova decisione ogni 4 ore, quando non sono tre.
Incorniciabili per rispetto dell’altro e per tolleranza [sic] per le posizioni differenti, i messaggi di benvenuto ai gruppi che dicono, in soldoni, questo “gruppo è mio [sic], decido io cosa pubblicare e cosa no, rimuovo ciò che mi pare e se non vi va bene potete anche andarvene”. Un raro, per fortuna, esempio di ciò che per alcuni è la libertà di opinione e di espressione della stessa in ogni luogo possibile, luogo al quale hai accesso se la pensi come me e se a me va bene che tu ci sia. Potenza dell’anti-vax, anche pro-Putin e presto sulle barricate per la non-esistenza del vaiolo delle scimmie. Un’atteggiamento da invidiare che denuncia una inarrivabile capacità di pensare il nulla pensando di essere indispensabili al dibattito politico e sociale, e per l’inconsapevolezza con la quale si fa menare per il naso accecata dal suo furore ideologico – sempre in ritardo di decenni sugli eventi.
(3 giugno 2022)
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