di Daniele Santi
Consideriamo Meloni e il suo partito totalmente inaffidabili, perduti in una deriva nostalgica anti-storica e incapaci di governare esattamente come i loro colleghi di Lega e Forza Italia, ma un merito ce l’hanno: stanno stanando gli alleati a parole della granitica e proverbiale disunità della Destra che esce dai consigli comunali quando si vota l’abolizione della cittadinanza onoraria al Duce. Perché antifascisti sì, ma senza esagerare – e a poco servono le epurazioni interne.
Così la leaderessa dice alla Strana Coppia che tocca decidere se far vincere le Destre o far perdere Fratelli d’Italia. E non è lontana dalla verità: la famosa confederazione tra Lega e Forza Italia svuoterebbe di fatto il partito di Berlusconi (gli elettori hanno a portata di mano Renzi e Calenda che potrebbero rispondere a buona parte delle loro istanze liberiste) senza riuscire a richiamare nuovi elettori e fermandosi, presumibilmente, tra il 18 e il 22% dei voti, quando Meloni da sola è prossima al 22% e i due partiti separati valgono oggi circa il 25%. Nessuno che non sia politicamente inetto, e Meloni non lo è affatto, starebbe dentro un giochino del genere senza alzare la voce e chiedere che cosa abbiano in testa. Non si capisce, del resto, cosa spinga Berlusconi tra le braccia di un Salvini in caduta libera dentro e fuori la Lega la cui unica politica sembrano essere i selfie con Orbán.
Potrebbe essere il miraggio di una confederazione al 30%, un miraggio raggiungibile se aiutato caldamente dalla potenza di fuoco delle ammiraglie mediatiche del padre fondatore ex Cavaliere, o ancora un’impossibilità tutta maschia e fascia di lasciare il potere a una donna: per ora continuiamo ad assistere a una riedizione della parabola del figliol prodigo di pessimo gusto e di nessuna utilità politica e alla manifestazione di una granitica disunità delle Destre alle quali importa, come sempre, molto di più il potere e la sua gestione interna alle Destre di quel popolo di cui tanto si riempiono la bocca – e che in larghissima parte non le voterebbe mai.
(23 aprile 2022)
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