di G.G., #politica
Appare “quantomeno a parole, un atteggiamento distensivo” frase di Giuseppe Conte riferita ai Talebani coi quali bisogna “coltivare un dialogo serrato”. Poi arriva la nota del portavoce di Conte che traduce quello che Conte ha appena detto, chiarendo che non si è trattato di un endorsement… E ci mancherebbe altro.
Si apre con un trionfo di tatticismo sulla pelle altrui l’impegno internazionale del presidente del M5S così abituato a “governare con chi c’è” da dire che “si dialoga con chi c’è”. Insomma ha detto una cosa scontata e infelice e poteva stare zitto e andare al mare, ma forse il posto era già occupato da Di Maio.
Ora attendiamo discorsi seri sulla situazione afghana non soltanto da Di Maio, Conte e dalla parte presentabile della destra impresentabile, ma anche da una sinistra e da un PD troppo silenziosi, oltre che da un Enrico Letta che parla sempre troppo tardi.
Campagne elettorali permettendo, naturalmente. E possibilmente senza traduzioni simultanee. E’ imbarazzante sentire Conte parlare di toni distensivi quando i Talebani entrano nottetempo nelle case afghane, portano via tutte le donne dai 16 ai 45 anni (da dare in mogli ai soldati) e sparano a chi si oppone; è imbarazzante sentire Conte parlare di toni distensivi quasi contemporaneamente all’omicidio di un parente di un giornalista tedesco pare di Die Welt, perpetrato senza motivo apparente, entrando di forza nella casa dell’ucciso per ammazzarlo.
Prima si condannano questi atti e poi, eventualmente, si parla di dialogo.
(19 agosto 2021)
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