
di Redazione
L’esercito regolare filippino lotta da giorni contro alcune decine di miliziani islamisti fedeli ad al-Baghadi che vogliono stabilire il califfato di Lanao insediando un “emiro”. Succede nella città di Marawi, capitale della provincia omonima nel sud del paese, in una zona a maggioranza cattolica.
La battaglia infuria tra l’esercito di Manila e alcune decine di militanti del gruppo Maute, ex membri del Fronte islamico Moro affiliati all’IS e alleati dei terroristi-sequestratori di Abu Sayyaf. Scrive Repubblica che portavoce dell’esercito e della polizia hanno dichiarato che i nuovi attacchi di Marawi, dove una buona parte della popolazione è fuggita dal fuoco incrociato lasciando le strade semideserte, sarebbero guidati personalmente da Isnilon Hapilon, 50 anni, già comandante di Abu Sayyaf e da poco autoproclamato “emiro” dei guerrieri islamici di Lanao. Dal gennaio scorso l’IS ha riconosciuto il suo gruppo, formato da 100 o 200 uomini, come un membro effettivo e rappresentante ufficiale nel Sud est asiatico, dopo che nell’aprile del 2016 tutti i “Maute” hanno promesso la loro fedeltà ad Abu Bakr al-Baghdadi. Ma solo a novembre, dopo ripetuti dinieghi, il governo di Manila ha ammesso i legami tra militanti filippini e IS con un discorso in tv del presidente Duterte, a sua volta appena reduce da un attentato compiuto proprio a Butig contro la sua scorta, con 9 guardie speciali ferite poco prima del suo arrivo.
(23 maggio 2017)
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