di Daniele Santi
Stefano Fassina, quello stesso Fassina che da responsabile economico del PD votò e sostenne senza battere ciglio le scelte rigorosissime (rivelatesi poi inutili) del governo del professor Monti che disprezzava gli Italiani, e che poi si convertì al nuovo comunismo dal sostanzioso conto in banca, ha lanciato uno tweet degno di Luigi Di Maio, in termini grammaticali, per gioire della “vittoria” [sic] di Mélenchon in Francia, dove il candidato della sinistra ha ottenuto quasi il 20% dei consensi.
Stefano Fassina si esibisce come se fosse sé stesso.
Elezioni in Francia: grande risultato per @JLMelenchon nonostante non arriva secondo turno. Rinasce la sinistra di popolo. Merci Jean-Luc
— Stefano Fassina (@StefanoFassina) 23 aprile 2017
Lui è il Fassina che se ne andò dal PD sbattendo la porta e si candidò alla poltronissima di Sindaco della Capitale racimolando il 4% dei voti; è il Fassina che vota le proposte demenziali del M5S in Campidoglio ed al quale non resta altro che godere delle vittorie altrui, vederle già cambiare la storia d’Europa – come lui ha cambiato la storia d’Italia – perché le circostanze gli impediscono di porre rimedio ai suoi fallimenti politici. Lui è quel Fassina che appoggia ogni azione del M5S in Campidoglio per “vendetta” nei confronti del PD. Lui è un altro dei tanti che fanno politica “contro” qualcuno e non per costruire qualcosa.
Ciò che colpisce nel lessicalmente perfetto tweet di Fassina è il riferimento alla rinascita della “sinistra di popolo” della quale lui ritiene evidentemente di essere il principale portavoce. Se la “sinistra di popolo” del grande Stefano Fassina è quella che gli ha tributato il 4% o giù di lì dei voti e che si accompagnerà ai catafalchi Bersani e D’Alema nelle prossime avventure politiche, andiamo bene.
(24 aprile 2017)
©gaiaitalia.com 2017 – diritti riservati, riproduzione vietata
Iscrivetevi alla nostra newsletter (saremo molto rispettosi, non più di due invii al mese)