di Giancarlo Grassi
Luigino di Maio, vicepresidente della Camera su proposta e con i voti del PD, non conosce la riconoscenza, e nemmeno è capace di riconoscere le competenze altrui, abituato com’è a primeggiare dall’alto del suo ex passato di webmaster fuori corso, su una piramide di incapaci governati col pugno di ferro da un blog. Così che, non avendo che pochi mezzi a disposizione per contestare la nomina di Vasco Errani a Commissario per la Ricostruzione delle zone terremotate, li utilizza tutti e tuona: “Errani non va bene perché unisce il PD”, argomento perfettamente aderente alla necessità di un Commissario alla ricostruzione che sappia dove mettere le mani. Il leaderino del M5S si affianca nel suo “No” (dicono “No” a tutto, questi straordinari riformatori… Mettetevelo in testa, più si dichiarano riformatori più diranno “No” a qualsiasi proposta che non venga da loro) a Matteo Salvini, messo sulla graticola da Bossi con uno sgradevole (anche politicamente) ma veritiero intervento su L’Espresso, che grida il suo “No” e propone l’uomo che ha sempre contestato, l’ex Commissario di Roma Capitale, Tronca. Non sappiamo perché ci venga da suggerire che Tronca potrebbe essere lasciato libero, visto che del doman di Roma non v’è certezza, magari siam di parte.
Ci sono straordinarie analogie tra il M5S e la Lega di Salvini, che vanno molto al di là del rubarsi gli elettori e pescare nella stessa sacca di disgustosa intolleranza. la più visibile è quella di non avere memoria, né passato né pudore: tutto quello che era vero fino a un minuto fa non lo è più se la convenienza politica lo richiede o se il blog di Grillo lo ordina. Ne deriva che i loro elettori saranno sempre più sballottati da uscite estemporanee mirate alla pancia e sempre più perderanno il lume della ragione. Non siamo sicuri che la democrazia, della quale a M5S e Lega non importa un fico, possa trarre giovamenti da siffati incoscienti lanci di slogan. Non crediate che andranno da qualche parte questi signori, la nomina dei Commissari è compito esclusivo del Governo e non delle opposizioni, in più Luigino Di Maio, che dopo il sisma si è guardato bene dal proferire verbo, a parte apparire imbronciato e senza emozione tradire, ai funerali di stato delle vittime, e gridare “Controlleremo euro su euro”, riferendosi ai soldi stanziati per la ricostruzione ed al fatto che gli “euro” degli altri sono più facili da controllare di quelli del blog di Grillo, Matteo Salvini e Brunetta degli augusti piedini, non sono affatto interessati alle competenze che si metteranno in campo per il post-sisma. Loro vogliono semplicemente che Matteo Renzi non si avvantaggi politicamente grazie a scelte azzeccate.
(30 agosto 2016)
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