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La Settimana di Jorge Alberto: Il sesso tra uomini NON è una “cosa da gay”

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Jorge Alberto Chavez Reyes 02di Jorge Alberto Chavez Reyes
Un libro recentemente pubblicato negli Stati Uniti a firma Jane Ward, cerca di capire perché si trattano in modo differente le donne e gli uomini eterosessuali che “sperimentano” il sesso con altre donne e uomini eterosessuali. per dirla chiaramente, quando una donna eterosessuale si coinvolge sessualmente con un’altra donna eterosessuale non sono necessarie spiegazioni; quando lo fanno gli uomini eterosessuali è tutta un’altra storia.
Nell’accezione comune, dal punto di vista della sessualità umana, la sessualità femminile è più malleabile, più intrinsecamente aperta alla sperimentazione di quella maschile. Si crede, alcune pubblicazioni scientifiche starebbero lì a dimostrarlo, che la sessualità maschile sia biologicamente determinata dalla necessità di “diffondere il proprio seme” e che su questo aspetto si sia abbastanza inflessibili, cosa che – per inciso – rinforza la credenza sulla quale si basano eteronormatività e patriarcato. Insomma, la spiegazione serve per mantenere l’attuale sistema sessista.

La Dott.ssa Jane Ward, professoressa associata di Studi sul Femminile dell’Università di California Riverside, ha scritto quello che potrebbe essere il libro definitivo (forse unico) sul tema: “Non è gay: il sesso tra uomini bianchi eterosessuali”.

Ward sostiene che il contatto omosessuale tra uomini è una parte normale dell’esperienza maschile non solo nelle carceri o nell’esercito, non solo durante l’adolescenza o nei collegi o dopo essersi ubriacati un po’. Secondo Ward non si tratta di una “cosa da gay”, ma di una “cosa da uomini”, anche se la società ha poi sentito la necessità di spiegare la questione, specialmente da quando i concetti di omo ed eterosessualità furono definiti nel secolo XIX e gli uomini bianchi eterosessuali del “primo mondo” si convertirono nel modello maschile egemonico: “Il Maschio”.

Data la frequenza di questo comportamento nelle sue svariate forme, la Dott.ssa Ward suggerisce che sarebbe ora di lasciare la parte la ricerca di spiegazioni, e sostiene che il concetto della società sull’eterosessualità maschile non è realista.

Si “giustifica” il fatto che i maschi eterosessuali facciano sesso con altri uomini in carcere, nell’esercito o nei collegi spiegandolo come una necessità dovuta alla “mancanza di donne disponibili”. Un’altra giustificazione è che gli uomini ricorrono a relazioni sessuali con altri uomini perché ci sono meno obblighi – non ci sono pressioni, non c’è stress, non c’è romanticismo obbligato. Ward spiega che psicologi e psicobiologi elaborano questo tipo di argomentazioni in base ad elementi culturali che ritengono legittimi perché appartengono ad elementi eteronormati e patriarcali. Quando si chiede ad un uomo perché ha relazioni sessuali con altri uomini è molto probabile che questi se ne esca con frasi del tipo: “Preferirei avere relazioni sessuali con donne, però non ce ne sono disponibili, e poi sono tutte troppo complicate”. O cose del genere.
Questo non vuol dire che questi maschi eterosessuali conoscano la vera ragione del loro fare l’amore con altri uomini. Probabilmente non la sanno. La cultura dominante non ha elementi che permettano agli uomini eterosessuali di dare un senso o una spiegazione ai loro incontri sessuali con altri uomini. Nella cultura latina e nera africana si usa spiegare che un “vero maschio”, soprattutto se adolescente, ha la libertà di penetrare qualsiasi cosa gli si ponga di fronte, e se è un altro uomo, poco importa (si noti che si giustifica solo il penetrare e NON l’essere penetrato).
D’altro canto le donne eterosessuali quando hanno rapporti sessuali con altre donne eterosessuali, hanno a diposizione una serie di “racconti sociali” ai quali poter ricorrere. Come se potessero dire qualsiasi cosa. Al contrario dei poveri uomini eterosessuali che davvero sembrano avere pochissimi mezzi per comprendere questa loro parte di sé, così che finiscono per considerare i contatti intimi con altri uomini come qualcosa di NON sessuale in assoluto, così da non doverci pensare troppo, e quando si scontrano con la realtà – cioè che il contatto E’ effettivamente sessuale – ricorrono ad un’ampia gamma di spiegazioni, che sono già narrativa, avendole noi citate poco più sopra.
Si può quindi dire, in conclusione, che la Dott.ssa Ward mette per iscritto qualcosa che sapevamo già: cioè che la sessualità maschile e la sessualità umana in generale è fluida e che le etichette che ci sforziamo di moltiplicare servono assai poco quando è il momento di descrivere l’immensa complessità del sesso.
 

 

 

 

 

 

(19  agosto 2015)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

©Jorge Alberto Chavez Reyes ©gaiaitalia.com 2015 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 

 

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