18.5 C
Milano
24.7 C
Roma
Pubblicità
Roma
cielo sereno
24.7 ° C
25.3 °
22.8 °
73 %
1.5kmh
0 %
Dom
27 °
Lun
30 °
Mar
31 °
Mer
32 °
Gio
33 °

POLITICA

Pubblicità

ALTRA POLITICA

Pubblicità

ESTERI

Pubblicità
HomeCopertina"Attivi!", di Tito Gaudio: Alfano, il trionfo dell’incapacità

“Attivi!”, di Tito Gaudio: Alfano, il trionfo dell’incapacità

Pubblicità
GAIAITALIA.COM NOTIZIE anche su TELEGRAMIscrivetevi al nostro Canale Telegram
GAIAITALIA.COM NOTIZIE su WHATSAPPIscrivetevi al nostro Canale WHATSAPP

Angelino Alfano 04di Tito Gaudio

Una settimana fa la Fontana del Bernini in piazza di Spagna, una delle più belle piazze del mondo, nel centro storico di Roma, è stata devastata e rovinata irreparabilmente da centinaia di hooligans della squadra olandese Feyenoord. Sicuramente la giustizia farà il suo corso e probabilmente i vandali verranno puniti con il carcere e costretti a pagare un risarcimento. Allo stesso tempo però, a parere di chi scrive, è necessario che vengano sanzionati non solo i responsabili materiali della devastazione di piazza di Spagna, ma anche chi doveva garantire la sicurezza, chi doveva gestire l’arrivo e gli spostamenti dei tifosi, chi doveva vigilare e non l’ha fatto adeguatamente. Se fossimo un Paese civile e giusto, qualcuno dovrebbe dimettersi. Il Sindaco, il Questore, il Prefetto o soprattutto il Ministro degli Interni, colui che dovrebbe occuparsi della pubblica sicurezza, Angelino Alfano. Dico “soprattutto” perché il Ministro Alfano ha dimostrato tante volte, non solo in questa occasione, di essere totalmente inadeguato, incompetente, incapace a svolgere il suo compito adeguatamente. Le devastazioni a piazza di Spagna, ma anche a campo de’ Fiori, sono solo l’ultimo di una serie di fatti accaduti in meno di 2 anni che hanno screditato Alfano.

Il primo problema in cui è stato coinvolto il Ministro dell’Interno è stato il cosiddetto “caso Shalabayeva”. Per chi non sapesse di cosa parlo, qui c’è un resoconto della vicenda. Fu uno scandalo internazionale, in cui l’Italia fece una pessima figura. Ma a fare una pessima figura è stato soprattutto Alfano, che all’epoca si difese dicendo di non essere stato informato della vicenda. A parere di chi scrive, già allora dimostrò di essere inadeguato: un Ministro dovrebbe essere informato di ciò che fanno i suoi sottoposti, soprattutto in una vicenda delicata come quella di Alma Shalabayeva e della sua bambina. I Parlamentari invece la pensarono diversamente, tanto da salvarlo da una mozione di sfiducia.

Successivamente Alfano fu duramente criticato per la fuga dall’Italia di Marcello Dell’Utri. Quest’ultimo, stretto collaboratore di Silvio Berlusconi fin dagli anni settanta, socio in Publitalia ’80 e dirigente Fininvest, nel 1993 fondò con lui Forza Italia. Nel marzo 2013 la corte di Appello di Palermo lo ha condannato in secondo grado di giudizio con pena di 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Nell’aprile 2014 fuggì in Libano, poco prima che venisse spiccato nei suoi confronti un provvedimento di arresto. A proposito di Alfano, Claudio Fava (vice-Presidente della Commissione Antimafia) disse: “Alfano si deve dimettere. La fuga di Marcello Dell’Utri, alla vigilia di una sentenza che probabilmente renderà definitiva la sua condanna per concorso in associazione mafiosa, era prevedibile e il titolare del Viminale avrebbe dovuto porre in essere tutti gli strumenti operativi per prevenire, ed evitare, questa fuga. L’inadeguatezza di Alfano, confermata da questo gravissimo episodio, si aggiunge alle sue responsabilità in occasione del sequestro della signora Shalabayeva e di sua figlia, avvenuta sotto lo sguardo inerte e reticente dell’intero Gabinetto del Ministro dell’Interno.” Anche in questa occasione Alfano non si dimise.

Una vera e propria gaffe fatta dal Ministro dell’Interno fu il suo tweet sull’inchiesta sulla morte di Yara Gambirasio. Alfano, nel giugno 2014, attraverso Twitter disse a tutti gli italiani e le italiane che l’assassino della giovane era Massimo Giuseppe Bossetti. Peccato che non era vero, in quanto in Italia si è innocenti fino a sentenza definitiva. Questo vuol dire che il Ministro dell’Interno ha rovinato la reputazione di un uomo che potrebbe essere innocente. Certo, per tutti e tutte noi questo è un problema che non ci coinvolge, ma per l’uomo esposto al pubblico ludibrio da Alfano questa non è una semplice gaffe, ma un fatto che gli ha rovinato la reputazione per sempre. Inoltre il tweet rivelatore del Ministro provocò uno scontro aperto tra lui e la Procura di Bergamo. Anche in questo caso Alfano non si dimise.

Più recentemente il Ministro dell’Interno è tornato agli onori della cronaca con la sua famosa circolare a tutti i Prefetti sui matrimoni tra persone dello stesso sesso celebrati all’estero. In questa circolare ha ordinato ai Prefetti di cancellare le trascrizioni di questi matrimoni e di impedire che i Sindaci potessero continuare a trascriverli. Secondo molti giuristi, avvocati e associazioni la circolare fatta da Alfano è illegittima, così come è illegittimo l’operato dei Prefetti che hanno seguito le indicazioni del Ministro dell’Interno. Questo è quello che ha affermato anche la Procura di Udine, dicendo: “La Circolare del Ministro Alfano prima e l’intervento del Prefetto poi non appaiono corretti sotto il profilo giuridico, perché vanno a ledere prerogative e compiti della Procura delle Repubblica ex art. 75 dell’ordinamento giudiziario.” Questa circolare ha portato a un caos totale riguardo le trascrizioni dei matrimoni tra persone dello stesso sesso celebrati all’estero, con Prefetti denunciati, Sindaci accusati di reati, denuncie al TAR, interventi di Tribunali e Procure, ricorsi e controricorsi…e tutto questo sulla pelle di dozzine di coppie innocenti, “colpevoli” solo di aver dichiarato il proprio amore attraverso un matrimonio all’estero. Tutto questo solo per la foga omofoba del Ministro dell’Interno. Anche in merito a questa vicenda Alfano non si è dimesso.

Un altro grave evento in cui è stato coinvolto il Ministro dell’Interno riguarda le recenti manganellate agli operai dell’AST di Terni. Il 29 ottobre 2014 200 operai hanno manifestato davanti l’ambasciata tedesca a Roma. Dopodiché hanno cercato di raggiungere il Ministero dello Sviluppo economico, ma la polizia li ha caricati e manganellati. Tra gli operai aggrediti c’erano anche molti sindacalisti e dirigenti della FIOM – CGIL, tra cui il leader dei metalmeccanici del Sindacato, Maurizio Landini. Numerosi operai sono rimasti feriti. Caricare e manganellare delle persone che chiedono solo e soltanto di lavorare è un atto indegno di un Paese civile. Soprattutto considerando che in altre occasioni ben più pericolose, come ad esempio con gli hooligans della squadra olandese Feyenoord, la polizia è stata molto più “tollerante”. Ciò che è accaduto non merita nessuna giustificazione, eppure anche in questa occasione Alfano è rimasto al suo posto e non si è dimesso. Non solo: il Ministro dell’Interno ha mentito, dicendo che non era intenzione della polizia caricare gli operai e che i manifestanti volevano occupare la stazione Termini. In realtà la polizia ha dato effettivamente l’ordine di caricare; anche l’affermazione secondo cui gli operai erano diretti verso la stazione ferroviaria si è rivelata falsa. Eppure, nonostante tutto questo, Alfano non ha fatto nessun passo indietro, si è limitato a dire che i manifestanti non sarebbero stati denunciati.

Dopo aver passato in rassegna tutti questi fatti mi chiedo cos’altro deve accadere prima che il Governo e il Parlamento si rendano conto dell’incapacità di Alfano e gli tolgano l’incarico di Ministro dell’Interno…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(27 febbraio 2015)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

©gaiaitalia.com 2015 ©TitoGaudio 2015 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 

Iscrivetevi alla nostra newsletter (saremo molto rispettosi, non più di due invii al mese)

Torino
nubi sparse
18 ° C
18.4 °
16.3 °
70 %
3.1kmh
40 %
Dom
19 °
Lun
22 °
Mar
25 °
Mer
21 °
Gio
17 °
Pubblicità

LEGGI ANCHE