di Simone Alliva twitter@SimoneAlli
Vediamo se è ancora possibile ragionare in questo schifoso e pericoloso clima da fossa dei leoni, il pubblico eccitato dal sangue.
Il nuovo capo delegazione PD al Parlamento europeo è Patrizia Toia, affossò la relazione Estrela sull’aborto, contraria al matrimonio egualitario. La rabbia e la delusione della comunità LGBT è comprensibile, perché ad eleggere il nuovo capo gruppo sono stati anche gli europarlamentari civatiani, da sempre dalla parte della comunità LGBT (Daniele Viotti, Elly Schlein, Renata Briano, Elena Gentile).
Eppure mi sembra una di quelle situazioni in cui andrebbe esercitata la pratica del dubbio, sempre auspicabile e benefica nel cammino verso la comprensione delle cose. Come ha già avuto modo di spiegare Viotti: “Abbiamo dato il nostro voto a una persona con cui non siamo d’accordo su praticamente nulla: questo non ci porta ad aver cambiato idea sulle nostre istanze. Abbiamo dato il nostro voto alla persona più adatta a svolgere un ruolo di tipo – se vogliamo – funzionale.”
Lo snodo è questo. Mettere una persona a svolgere un compito “tecnico”, una carica onoraria per non fare nulla, non può e non deve cancellare con un colpo di spugna le battaglie dei Viotti e compagnia in tema di diritti lgbt. Nel 2004 il PD non faceva parte del PSE ed il suo capogruppo aveva funzioni politiche, ovvero guidava la delegazione anche politicamente. Oggi il PD fa parte del Pse, la grande famiglia dei partiti socialisti, socialdemocratici e laburisti dei paesi europei, ed è il capogruppo del Pse al Parlamento europeo, Gianni Pittella, a dettare la linea politica. Un uomo da sempre in sintonia con la comunità LGBT.
Qualcuno all’europarlamento azzarda un’analisi: “la scelta dei parlamentari PD è politica, non identitaria o tematica. Tecnicamente hanno scelto Patrizia Toia per una necessità di rinnovamento di rappresentanza e di cariche di partito e soprattutto trasparenza sulla gestione del gruppo”. Questioni tecniche. C’è sempre un motivo, una ragione. Fra il bianco della coerenza e il nero delle parole vuote c’è una grande varietà di grigi.
Scegliamone uno. Non gode di gran fama, il grigio, ma è pur sempre una luce che si accende nel nero.
(23 luglio 2014)
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