di Iosonodio
Cosa aspettarsi dal quotidiano che un giorno è l’Avvenire e quello successivo è la Pravda per poi il terzo giorno (secondo le scritture) fondersi nel quotidiano fondato da Antonio Gramsci che dice tutto, ma anche niente?
Un titolo come “Facebook chiude whatsapp” e poi un articolo che parla genericamente di Messenger, l’istan app di messaggeria di Facebook che funziona bene come la sessualità di un centenario ed ha suscitato più o meno lo stesso interesse, significa nulla. O meglio significa attirare l’attenzione di chi – come noi – ci casca e poi fargli leggere un pagina di supposizioni, riferimenti al Daily Mail, intenzioni di Zuckerberg passate, possibili e forse future e concludere dicendo niente.
Il titolo che si trovava in home page ipotizzava la chiusura (data per certa) di Whatsapp (perché si spendono 19 miliardi per un applicazione per poi gettarla alle ortiche). Furberie?
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