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Il Lunedì di Rosario Coco: Renzi un “bravo populista”: l’editoriale del Corriere e la piazza che scompare

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Rosario Coco 02di Rosario Coco twitter@rosariococo

Le immagini degli scontri di sabato, dove l’esasperazione prende il sopravvento e la rabbia si trasforma in guerra organizzata, la stampa di ieri, in particolare l’editoriale del Corriere, dove il qualunquismo si traveste da articolo degno di quel blasone.

Ernesto Galli della Loggia, sulla prima pagina del quotidiano, ci informa che purtroppo la sinistra, (che per lui è il PD) nonostante il grave disagio sociale che attraversa l’Europa, non riesce a “trarre alcun particolare vantaggio da tutto ciò”. Dopo la scoperta dell’acqua calda ecco la prima risposta: la sinistra è “nostalgica”, “legata al passato”, in particolare il passato del “consenso socialdemocratico caratterizzato dalla crescita economica e dalle politiche keynesiane”. Quindi il problema della sinistra sembra essere il fatto che sarebbe troppo ancorata a politiche keynesiane. Come se gli 80 euro fossero 800 (senza la fregatura della Tasi) e come se il PD tuonasse ogni giorno contro il sistema euro e l’impossibilità di stampare moneta.

La sinistra, insomma, non riesce ad “essere in sintonia con i tempi nuovi”. Troppo (!?) keynesiana e troppo poco liberista forse. Bisogna ammettere che ci vuole coraggio.

Un altro difetto della sinistra sarebbe poi quello di dare per scontato che chi ha poco, “i poveri”, la votino, oltre al fatto che i suoi dirigenti si siano ormai “omologati” agli avversari politici negli stili di vita, nei modi di fare e nella mancanza di “tratti popolari” nella loro “antropologia”. Passi pure tutto questo, ma l’incredibile viene dopo: “la novità che per la Sinistra rappresenta la leadership di Matteo Renzi” che viene riassunta in tre punti. Il fatto che Renzi non parli più al “sindacato” ma direttamente ai “poveri”; il fatto che Renzi risponda al populismo di destra con un “buon senso populista di sinistra” (sic!); il fatto che egli non venga percepito come parte della sinistra d’elitè.

La domanda conclusiva dell’illuminante editoriale è se le novità dell’era Renzi riusciranno ad oltrepassare  la dimensione della leadership personale o a coagularsi in forme collettive. Anche io, in effetti, mi chiedo se un giorno ci sarà la pace nel mondo.

Riassumiamo, la sinistra non riesce ad attrarre consensi nonostante la crisi perchè è troppo keynesiana e ancorata al passato, perchè da per scontato che le fasce sociali più deboli la votino ed è troppo imborghesita. La soluzione è Renzi, con il suo “buon senso populista di sinistra”, che in qualche modo, nonostante le scorribande da Maria de Filippi riesce a non apparire imborghesito.

Ma come mai questo “buon senso populista di sinistra”, che un pizzico di populismo dovrà pure avere, non ci fa dire nulla sulle ragioni della piazza di sabato 12 aprile? Potrebbe portarci a guardare giusto un palmo di naso al di là degli scontri? niente da fare, non si riescono a trovare commenti del Premier sulla giornata drammatica di ieri, ne tantomeno dichiarazioni che tengano conto dei 120.000 appartamenti sfitti a Roma e delle 50.000 famiglie in cerca di alloggio. L’obiettivo sembra essere quello di non dire nulla ubriacando con le parole, di non girare alla larga dai nodi politici. “Adeguarsi ai tempi nuovi”, che vuol dire? legati al passato che vuol dire? keynesiani? chi li ha visti? “populismo di sinistra”? ma non eravate antipopulisti voi del Corriere?

Insomma, Della Loggia sembra essere già lanciato verso il nuovo corso. La gente e le cose serie possono attendere. Fino a quando? Questa è una bella domanda.

 

 

 

 

 

©rosario coco 2014
©gaiaitalia.com 2014
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