Il presidente russo, Vladimir Putin, ha firmato nei giorni scorsi una legge che vieta la promozione di servizi medici o pratiche tradizionali per abortire. Ne ha dato notizia il Cremlino sul suo sito ufficiale.
Nelle intenzioni del Presidente Teocrata la nuova legge dovrebbe rappresentare uno sforzo per restringere l’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza nel tentativo di aumentare il tasso di natalità stagnante, secondo l’informazione fatta circolare dall’agenzia ufficiale Ria Novosti.
Furono i dittatori dell’Unione Sovietica i primi nel mondo a legalizzare l’aborto nel 1920, che fu poi bandito da Stalin dal 1936 al 1954, interessato a incentivare le nascite per avere più gente da dominare e mandare in Siberia.
L’attuale legge in vigore in russia è stata approvata nel 2011 e prevede che l’aborto sia legale solo fino alla 12ª settimana di gravidanza, salvo complicazioni mediche o violenza sessuale. Secondo il ministero della salute, ogni anno circa un milione di donne russe scelgono di ricorrere all’interruzione di gravidanza.
La nuova legge firmata da Putin è il nuovo frutto della collaborazione liberticida tra il suo governo e la Chiesa Ortodossa.
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