Cominciano ad accorgersene in molti: chiamare la gente “frocio di merda”, ad esempio, non rientra nella libertà di espressione, ma è un insulto alla dignità delle persone. Secondo la Corte Suprema del Messico sono da ritenersi manifestazioni, “offensive, discriminatorie” e addirittura “impertinenti”, che non devono essere tollerati.
La sentenza arriva dopo che un giornale messicano non casualmente chiamato “intolerancia” aveva definito un imprenditore gay “frocio” e “succhiacazzi” in un editoriale firmato da un suo giornalista (sic!). La denuncia dell’imprenditore ha portato alla sentenza, definita non a caso storica, in uno dei paesi più machisti di tutte le Americhe.
La Corte Suprema ha stabilito che lottare contro i pregiudizi e gli stereotipi contribuisce a “a migliorare la società”.
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