Con l’insopportabile retorica che caratterizza i suoi stuccosi comunicati stampa, scritti per dire al mondo ”guardate come siamo bravi”, Arcigay comunica che il Gay Pride del 9 giugno non avrà carri né musica; non sappiamo se sopravviveremo a una notizia come questa.
Il ”Comitato Pride ha deciso di esplorare la possibilità di portare in piazza tra 10 giorni a Bologna non solo le rivendicazioni della comunità lgbt ma anche una grande macchina di solidarietà, un esercizio di Resistenza che renda onore alla tradizione e alla tempra degli emiliani, un gesto di civiltà esemplare da parte di chi proprio per la civiltà scende ogni anno in piazza” e che da questo presunto esercizio di civlità non ha imparato niente, aggiungiamo noi.
Il comunicato stampa continua informando che ”durante tutta la manifestazione alcune associazioni del circuito Arci delle cittadine colpite dal terremoto gestiranno direttamente una raccolta fondi. Inoltre, in piazza Maggiore, punto d’arrivo della manifestazione, sarà allestito un piccolo mercato agroalimentare che metterà in vendita i prodotti delle aziende danneggiate dall’evento tellurico. Infine. la festa di finanziamento al parco Nord con cui si conclude il programma del Pride devolverà una parte dell’utile alle popolazioni terremotate”.
Non sappiamo quali associazioni lavoreranno sul territorio per la raccolta fondi (e sarebbe bello saperlo), non conosciamo quale percentuale di denaro proveniente dalla festa di finanziamento verrà devoluta alle popolazioni. Tutto questo si conoscerà nella conferenza stampa di Palazzo D’Accursio del 5 giugno, che se si fa solidarietà bisogna che la vedano in molti, sennò non serve a nulla.
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