Il maggiordono di Ratzinger è stato arrestato per avere divulgato documenti contenenti messagi chiarificatori delle beghe interne vaticane. Passato agli arresti, la condanna sarà – presumibilmente, in pieno stile medieval- ratzingeriano, esemplare.
Non ci avventuriamo nelle questione legali, complicate, dello stato vaticano, che ha un codice civile e penale differente da quello italiano, anche se dall’Italia continua a pretendere denari per le sue gestioni oscure, ci piace sottolineare che le prime notizie sulla questione si soffermano sullo stato di prostrazione del papa medievale e sulla cattiva condotta del suo ex maggiordomo.
Un senza vergogna potrebbe fare battute, non le faremo. Ci chiederemo soltanto se è peggiore divulgare documenti segreti, o essere protagonisti delle nefandezze che in quei documenti si divulgano. Se è peggio vendere segreti per soldi o occultare segreti per soldi, soprattutto quando si è parte di una istituzione pronta a gettare fango e incitare all’odio quando si sente attaccatta nei propri viscidi interessi temporali.
Come disse Al Tappone quando fecero schiattare Gheddafi, ”Sic Transit Gloria Mundi” . Lui che è uomo di chiesa, sa bene cosa significa. L’intellighenzia vicina alla Teocrazia di Ratzinger parlano di tentativi di destabilizzare il Papa. Che è lo stesso linguaggio che i peones di Burlesconi utilizzavano quando era il capo ad avere i testicoli nel tritacarne.
Quante, troppe coincidenze tra il lato oscuro ratzingeriano e quello della politica sporca italiana. Guai a dire la verità: ti arrestano o ti fanno fuori. La verità si occulta perché il potere sulle masse è più importante. Tra politici e dirigenti vaticani la differenza è poca.
Iscrivetevi alla nostra newsletter (saremo molto rispettosi, non più di due invii al mese)