E’ la legge di Cuba e della famiglia Castro: che schiattino quando sono in vita, così potremo riabilitarli dopo la morte. Nel patetico tentativo di dare un volto nuovo, si chiama
plastica facciale, a un regime comunista obsoleto, crudele e inutile, ora Cuba vuole riabilitare la figura di uno dei più grandi scrittori e drammaturghi della sua storia. O per dirla in politichese comunista si appresta a ”a saldare uno dei più grande debiti con la sua storia culturale”. A questo sudicio scopo celebrerà il centenario della nascita di Virgilio Piñera, morto nel 1979 e che per dieci anni subì un fortissimo e colpevole ostracismo da parte del governo e delle istituzioni ufficiali a causa della sua omosessualità. Il 2012 è già stato definito l’anno ”virgiliano”, e fino a quella data si presenteranno conferenze, documentari, francobolli, corsi accademici e si faranno riedizioni dei suoi libri, mentre la polizia castrista continua ad arrestare e a pestare arbitrariamente i giovani omosessuali cubani. Virgilio Piñera nacque nel 1912.
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