di Daniele Santi
Antonio Tajani ha un’idea meravigliosa. Per questo non gli rimane tempo per fare il ministro degli Esteri. L’ultima che gli frulla in capo è di costituire un polo moderato, si definiscono così anche se ci vuol coraggio, che superi l’impasse dell’8% virgola un po’ e sfondi finalmente le due cifre. E quale cosa migliore che invogliare Calenda che scalpita con una promessa di una soglia di sbarramento al 3% o giù di lì nella prossima legge elettorale che le destre studiano per far fuori gli avversari e che esploderà in tutto il suo livore dopo le sconfitte alle regionali?
Del resto Carlo Calenda è ormai in aperta e conclamata rotta di collisione con i progressisti e lo è alla maniera di Calenda gridando e dicendo tutto e il suo contrario. Soddisfazione gli darà l’essere stato invitato alla festa nazionale dei giovani di FI, Azzurra Libertà, in programma a metà settembre a San Benedetto del Tronto, dove forse persino il giovane Leoni perché, dovete sapere, Tajani ha avuto una intuizione da grande statista: secondo lui la sinistra “si è spostata sempre più a sinistra”.
E perché non dovrebbe stare a sinistra una forza che si dichiara di sinistra?
Così eccoci all’orrendo matrimonio possibile che vede insieme, in un unico contenitore scivolosissimo l’8% e un po’ di Tajani, il 3% bassissimo di Calenda e l’1 virgola 1 quando va bene del buon Lupi. Quando si dice mettersi insieme attorno a un programma e non per mere questioni elettorali con la “volontà di comprendere cosa si può costruire insieme”. Non si sa cosa, ma Calenda grida una cosa nelle sue newsletter poi sul campo fa altro. Saranno i consigli di Richetti.
Nel frattempo Meloni promette una soglia non più alta del 3% nella nuova legge elettorale che sostituirà il Rosatellum (sarà un nuovo Porcellum) pigliando due piccioni con una fava: favorire Calenda, non si sa mai potrebbe avere bisogno di un favore, e metterlo in quel posto a Renzi reo di averla chiama l’influencer. Una politica invidiabile per qualità e serietà, oseremmo dire, per niente legata alla poltrona.
(5 settembre 2025)
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