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Carlo Calenda, “Ma questi presunti redditi regionali come verrebbero finanziati?”

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di D.S.

Parla di “gioco buffonesco”, Carlo Calenda, e dall’inizio la sua periodica newsletter diventa tutta un bollore. Gli strali di Calenda sono lanciati contro quelli che “continuano a proporre l’istituzione di un reddito di cittadinanza regionale, in un Paese dove un infermiere guadagna 1.450 euro al mese e i pensionati vivono con assegni minimi da fame. Senza contare che il reddito di cittadinanza, nei fatti, continua ad esistere. La Meloni non l’ha abolito ma solo modificato, rinominandolo “assegno di inclusione”; riducendo la platea dei beneficiari di circa il 25% e quindi spendendo circa un miliardo in meno di euro”.

Ed è drammaticamente vero, quello che scrive Calenda, vero e incontestabile dal punto di vista dei numeri. Ci si può chiedere invece perché non si è messo in condizione di poter ostacolare questa misura (da dentro la coalizione) dato che non è che chiaro come “questi presunti redditi regionali che si andrebbero a sommare a quello nazionale” verrebbero finanziati? O, come si chiede ancora Calenda, “a scapito di cosa? Della possibilità di farsi una tac? Dell’istruzione dei nostri figli? O di altro?”. Domande che meriterebbe una risposta. Risposta che sarebbe stata più facile, sposando il punto di vista del leader di Azione, se Azione fosse stata dentro invece di fuori.

Altri quesiti degni di nota riguardano, citiamo la newsletter del leader di Azione, le “assurde proposte che vorrebbero un vero e proprio blocco delle infrastrutture necessarie al Paese: come quella di chiudere il termovalorizzatore di Acerra, avanzata dal candidato del campo largo in Campania, Roberto Fico. Un impianto moderno che inquina meno di una strada di campagna e che rappresenta un gioiello tecnologico in un territorio che ha già sofferto una difficile gestione del sistema dei rifiuti. In Italia mancano 11 termovalorizzatori e noi continuiamo a pagare per mandare all’estero la nostra immondizia. Eppure, per ragioni puramente ideologiche, si continua a inseguire il dogma grillino della chiusura”.

E poi l’affondo finale al M5S di Giuseppe Conte: “…è solo propaganda: nessuno chiuderà davvero Acerra, perché al momento della prova di governo prevalgono sempre gli accordi trasversali e le convenienze personali. E questo è il vero volto del Movimento 5 Stelle: una forza politica che ha promesso tutto e fatto l’opposto, lasciando dietro di sé solo sprechi colossali – dai 129 miliardi del superbonus, ai 35 del reddito di cittadinanza, ai 25 di quota 100. Risorse immense che avrebbero potuto abbassare le tasse e rafforzare i servizi pubblici”.

Se volete saperne di più c’è anche un video. Qui sotto.

 

 

(2 settembre 2025)

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