di Babak Azari
La speranza di pace è fondata anche sul rifiuto di una visione che fa tornare indietro la storia, di uno oscurantismo fuori dal tempo e dalla ragione. Si basa soprattutto sulla forza della libertà. Sulla volontà di affermare la civiltà dei diritti. Qualcosa che è radicato nel cuore delle donne e degli uomini. Ancora più forte nelle nuove generazioni. Lo testimoniano le giovani dell’Iran con il loro coraggio. Le donne afghane che lottano per la loro libertà. Quei ragazzi russi che sfidano la repressione per dire il loro “No” alla guerra.”
Sergio Mattarella
La mattina dell’8 gennaio 2020, la contraerea del Corpo delle guardie della rivoluzione islamica (IRGC) abbatté il Boeing 737-800 del volo numero PS752 della Ukraine International Airlines, pochi minuti dopo il suo decollo, con due missili antiaerei TOR di fabbricazione russa. Le vittime della strage furono 176, fra cui una donna incinta. Tuttora le motivazioni che hanno spinto il regime islamico a compiere questo atto non sono del tutto evidenti, ma una cosa è certa, si trattò di un atto doloso. Le analisi investigative che documentano questa tragedia sono state raccolte dall’associazione delle famiglie delle vittime del volo PS752 e sono state pubblicate nel novembre 2021 in 217 pagine e il 28 dicembre del 2022, dopo lunghe negoziazioni, i governi del Canada, del Regno Unito, della Svezia e dell’Ucraina in una nota diplomatica congiunta inviata al regime islamico hanno invocato le responsabilità criminali del regime secondo la convenzione di Montreal 1971. La nota riconosce il regime islamico come responsabile dell’abbattimento intenzionale del volo PS752 e chiede dal regime la collaborazione affinché venga fatta la giustizia. Il regime ha 6 mesi per dare una risposta a questa lettera, dopo di che i quattro paesi possono procedere con l’apertura di un caso presso la Corte Internazionale di Giustizia.
A distanza di tre anni esatti, i cittadini di tutto il mondo scendono in piazza in più di 130 città del mondo per commemorare non solo le vittime di questa tragedia, ma anche tutte le vittime di uno dei regimi totalitari più sanguinosi e longevi della storia umana: il regime islamico, un regime che da oltre 43 anni strumentalizza la religione per giustificare ogni suo crimine. In Italia ci sono state, lo scorso 8 gennaio, grandi manifestazioni a Torino e a Roma.
La strage del volo PS752 è un esempio dei crimini contro l’umanità compiuti dal regime di tortura capeggiato da Ali Khamenei e se le famiglie delle vittime di questa strage stanno iniziando a vedere un barlume di speranza nell’ottenere giustizia per i loro cari è in primis grazie al loro impegno e alla loro forza organizzativa e in gran parte anche alla collaborazione della società civile di vari paesi del UE, Canada e Stati Uniti.
Tutto ciò non è bastato a fermare la macchina di tortura e i boia del regime. Proprio poche ore fa sono stati impiccati altri due giovani manifestanti, Mohammad Mehdi Karami di 22 anni e Mohammad Hosseini di 39 anni, nonostante e a dispetto delle pressioni internazionali. La società civile iraniana, in questo momento ha bisogno più di qualsiasi altra cosa del pieno sostegno della comunità internazionale e del mondo libero, di cui l’Italia fa parte. Senza un supporto concreto della comunità internazionale, il regime islamico di Ali Khamenei continuerà, indisturbato, come ha fatto nei 43 anni precedenti a commettere crimini non soltanto contro il popolo inerme dell’Iran ma in tutto il mondo, come stanno a dimostrare le ultime collaborazioni del regime con Putin sia nelle repressioni sanguinose in Siria che nella guerra in Ucraina.
Se il 2022 è stato l’anno della Rivoluzione e dell’Unità Nazionale del popolo iraniano contro il regime islamico di Khamenei, l’anno 2023 sarà l’anno in cui ci impegneremo a realizzare il sogno di un Iran libero e democratico ed in cui otterremo giustizia per Mahsa Amini, Nika Shakarami, Majid Reza Rahnavard, Kian Pirfalak, Hamid Reza Ruhi, Kumar Daroftadeh, Khodanur Lajai, Ailar Hagghi, Neda Bayat, e per tutte le decine di migliaia di innocenti che in tutti questi anni sono caduti vittima della spietata repressione del regime.
(9 gennaio 2023)
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