di Il Capo
Non c’è da stupirsi: sono molti i maschi, anche tra coloro che si sentono tali al di là di ogni evidenza, che proprio non possono sopportare che una donna abbia più potere di loro. Non solo sono molti, ma sono anche inclini a contrastare questo potere “usurpato” dal “sesso debole” con tutti i mezzi possibili, non ultima la violenza. Che non è quasi mai violenza fisica: la violenza esercitata su chi si ritiene inferiore si manifesta in molti modi.
I commenti volgari e maschilisti sono tra i preferiti dai maschi che si ritengono essere parte di quella che chiamano “classe dirigente”, cioè loro stessi. E nessun altro. Se poi si appartiene a coloro che “classe dirigente” si sentono a causa di, o grazie a, la loro autonomina, la loro autostima (o enorme ego che dir si voglia), ecco allora che il conflitto è pronto, ecco servita l’ossessione, ecco pronta la volgarità. Perché nel caso specifico l’uomo nato Travaglio è anche uno di quei personaggi che si sentono importanti per avere fondato un giornale, perché appaiono in televisione, perché fanno spettacolo [sic] in teatro (interessante il compenso per singola replica, poi parlan di palanche altrui!), perché ritengono di avere un’opinione. Non di rado l’indubbio acume, la capacità di osservare e di vedere con anticipo lo svolgimento dei fatti, lascia lo spazio ad una presunzione di rara volgarità, alla celebrazione del proprio sentirsi dio e onnipotente al pari del dio dei monoteisti (che in ogni caso, ha da insegnargli la sobrietà, al buon Travaglio), alla scelta di utilizzare qualunque mezzo pur di operare la distruzione del nemico, non ultima la volgarità maschilista della coscia, della tetta, della natica.
Di fronte ad una donna che ne ha più di lui, il maschio travaglio (che non è il maschio alfa), non solo perde le staffe. Perde il senno. E finisce che sbaglia il colpo. Succede anche agli sportivi, perché non dovrebbe succedere anche a chi la sportività non sa nemmeno cosa sia?
L’ossessione di Travaglio per Maria Elena Boschi, che ha tutto il potere che lui vorrebbe avere, è più comica dei discorsi di Alessandro Di Battista e dei post sgrammatici degli adepti della setta pentastelluta. Tutta la caciara sollevata in nome della dignità di genere, del sessismo travaglino, del maschilismo dell’autore della vignetta (ci riferiamo a quella intitolata “Lo Stato delle Cos(c)e”, e qui è Wim Wenders che dovrebbe incazzarsi…), serve proprio a poco se non a far sentire al giornalista messo in terra dal dio ei cieli di avere colpito nel segno, ancora una volta, grazie alla sua intelligenza.
In realtà è l’ennesimo buco nell’acqua dell’uomo che vive per sentirsi qualcuno, per apparire, per “influenzare” con il suo profondo e flatulente suggerire senza approfondire, la vita politica italiana. Lui è contro il potere non per principio, ma semplicemente perché quel potere non lo può gestire. E’ l’anima oscura di tutti i dittatori. Ed il dittatorucolo che si nasconde, male, dentro il Travaglio democratico che accetta contraddittori solo quando sa che può mettere in ridicolo l’avversario, perché argomenti reali non ne ha quasi mai, non è per niente diverso dai presunti dittatorucoli che il giornalista figlio di dio contesta. Il vero scandalo non è la vignetta contro Boschi, il veros candalo è che non ci sia un numero sufficente di maschi che dichiarino urbi et orbi che dei maschi alla Travagli non se ne può più. Parola di maschio.
(11 agosto 2016)
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