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Salvini tira fuori “l’attacco alla Lega a cinque giorni dal voto”. Ma la storia non regge…

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di Daniele Santi, #politica

Lo sapevano dal 1° settembre, dicono i giornali, nell’entourage di Luca Morisi che stava scoppiando un casino, ed è difficile immaginare che Salvini non lo sapesse, ma vogliamo credergli. Salvini non lo sapeva. Ma da qui a farci credere che sia la Lega sotto attacco quando è la Lega ad attaccare Salvini per le sue scelte politiche sbagliate….

Dunque non ci sono responsabilità, né politiche né personali, ma solo una disegno della giustizia cattiva che vuole mettere sotto accusa un partito, un’intera classe dirigente a pochi giorni dalle elezioni secondo uno schema con il quale Berlusconi ha devastato il paese dal 1994 fino alla condanna definitiva e all’interdizione dai pubblici uffici dell’ex-cavaliere e tutto il teatrino che ne è derivato.

La stampa è naturalmente complice. Perché è proprio la stampa a scrivere che la brutta storia era nota in Lega almeno dal 1° settembre, ad ipotizzare che Salvini non poteva non esserne al corrente e che probabilmente è stato il secondo a sapere, dopo il suo amico fraterno Luca Morisi che la faccenda sarebbe esplosa sui giornali come un’eruzione vulcanica.

Ma dimentica una cosa il segretario-tribuno: non sono le procure ad attaccare la Lega, non è la stampa ad attaccare Salvini, c’è una questione serissima che ha a che fare con droga e spaccio di un collaboratore vicinissimo a Salvini – che se la vedrà con la giustizia e non sono fatti nostri – ma c’è soprattutto un partito, la Lega che di Salvini non ne può più e che ha dichiarato co un paio dei suoi massimi esponenti, prima Zaia e poi Giorgetti, che il tempo di salvini è finito e che occorre un’altra maniera di essere Lega: a partire dallo sposalizio con Draghi che Salvini ha sfidato ritenendo di poterci giocare insieme al gatto e al topo. E Salvini si credeva il gatto.

 

(28 settembre 2021)

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