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L’Ungheria di Orbán approva una legge per controllare università e istituzioni culturali. Salvini e Meloni cosa ne pensano?

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di Daniele Santi, #Politica

Il parlamento ungherese, dove il primo ministro Orbán ha una maggioranza schiacciante, ha approvato una legge annunciata più volte che consentirà al Governo, quindi a Orbán, di istituire una serie di Fondazioni che secondo le opposizioni, i critici e le voci che si rincorrono dentro e fuori il paese da quando la Legge fu annunciata, servirà al controllo della Cultura, delle associazione e delle istituzioni culturali già operative in Ungheria. Lo scrive il Financial Times.

I membri dei consigli di amministrazioni di queste nuove Fondazioni saranno scelti dal partito di Orbán, Fidesz, anche successivamente ad elezioni che dovessero vederne la sconfitta. Grande preoccupazione è stata espressa da numerosi membri del parlamento Europeo che hanno scritto una lettera alle presidente Von der Leyen che denuncia come parte dei fondi del Recovery potrebbero finire in “oscure strutture deputate a controllare i budget e alla distruzione della libertà accademica e dell’autonomia delle istituzioni culturali in Ungheria” stimando la cifra destinata a quella “oscure” manove al 20% (“of the funding to disappear in opaque funding structures which are
exempt from budgetary control standards and which have the purpose of further
destroying academic freedom and institutional autonomy in Hungary). La lettera in questione è pubblicata da Politico.

Essendo Orbán, col suo partito Fidesz, uno dei fari verso il quale è volto lo sguardo dittocratico di Salvini e Meloni è quasi ovvio chiedersi se tra gli obbiettivi politici dei due augusti leader – quelli che si stanno scannando tra loro per la supremazia nella destra italiana basata sulle intenzioni di voto e non sui voti reali, e hanno come bersaglio il Ministro della Salute Speranza – saremmo onorati di sapere se le loro intenzioni di governo dell’Italia includano anche le involuzioni illiberali che osserviamo da tempo in Ungheria e in Slovenia – per tacere della Russia – e se il controllo delle istituzioni culturali italiane rientri in quelle intenzioni.

O almeno, dato che del doman non v’è certezza, figuriamoci del dopodomani, sarebbe politicamente interessante conoscere cosa pensano della Legge votata dal partito del premier ungherese che continua dopo essere stato eletto democraticamente, ad erodere democraziediritti individuali nell’ex-dittatura sovietica evidentemente nel mirino della Nuova Russia.

 

(29 aprile 2021)

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