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E adesso siamo all’Alessandro Di Battista contro l’omofobia. La versione che mancava

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di Paolo M. Minciotti, #Lopinione

Tra il pomeriggio del 21 marzo e la mattinata del 22 il trasformismo politico che scorrazza da destra all’estrema destra sentendosi di sinistra quando è a destra, non ci ha fatto mancare nulla. Il brutale episodio di omofobia di Valle Aurelia ha scatenato la voglia di redenzione della leader di Fratelli d’Italia prima e quindi di Alessandro Di Battista.

Siccome il Che Guevara de Noantri cerca casa, non escluderemmo un suo approdo nella grande famiglia dei Fratelli d’Italia, con codazzo di seguaci al seguito tutti reietti del grillismo ora filo-governativo già della scatoletta di tonno. Di Battista ha infatti lanciato un’agenzia nel pomeriggio del 21 marzo, a commento del pestaggio omofobo di Valle Aurelia, di ben sette parole: “Medioevo a Roma. Massima solidarietà a questi due ragazzi.” Anzi otto. Ecco compiuta l’evoluzione anti-omofobia. Una piroetta, garbata ma maschile, e scurdammoce ‘o passato…

Il Grande Dibba infatti è stato accusato di omofobia piuttosto spesso in passato; quando, ad esempio, ha tacciato di “volgare” il Gay Pride, lui che è tutto una raffinatezza, soprattutto verbale, ed era con le squadracce del M5S che provarono ad affondare all’ultimo momento la Legge sulle Unioni Civili votata dal Governo Renzi. Lo fecero dire ad Ariola che non l’avrebbero votata più, ma Di Battista era lì, ed era lì anche durante la sceneggiata parlamentare dei grillini che baciavano i grillini. Uno spettacolo indegno per la sua falsità. E sulle Unioni Civili, che vennero salvate per il rotto della cuffia, Di Battista disse: “Unioni Civili? Importanti come altre venti leggi”, eccolo il Grande Dibba che è tutto una coerenza.

Ecco così riuniti sotto un’unica bandiera antiomofobia Di Battista e Meloni (in ordine alfabetico, mica d’importanza) l’uno a parlare di “Medioevo”, forse si riferisce al suo, l’altra a far dimenticare ai gonzi che lei e il suo partito sono contro la Legge Zan senza se e senza ma. E’ la politica continua delle giravolte. Non ci stupiremmo se trovassimo Di Battista nelle liste dei Meloni d’Italia alla prossima tornata elettorale. Così da far contenti papà.

 

(22 marzo 2021)

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