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Perché è tanto difficile fare del bene senza farsi notare, Signora mia… (e Salvini fece il possibile, Signora mia)

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di Giovanna Di Rosa #Lopinione twitter@milanonewsgaia #Politica

 

Perché è tanto difficile, soprattutto se sei Matteo Salvini e fai ciò che fai per il consenso e non per il bene di farlo, passare inosservato, soprattutto quando fai beneficenza, Signora Mia. Figurati poi quanto diventi ancora più difficile se hai annunciato qualche giorno prima che avresti fatto del bene [sic] ai clochard, salvo poi venire messo al muro da un video imbarazzante. Figurarsi se hai al seguito la madrina dei City Angels (il cui fondatore è incazzato morto perché non sapeva che eri lì) Daniela Iavarone.

Ma ve lo dice questa povera donna, io, come sono andate le cose: si nota dagli abiti da due centesimi che Salvini si è buttato addosso la prima cosa che gli è capitata, compresa la mascherina con il bollino della Lega di Salvini, e solo successivamente  e per ragioni assolutamente causali (mi confondo spesso con le “u”, spostatela voi se volete), si è imbattuto nei numerosi microfoni puntati verso il beneficiato come fucili, microfoni con telecamere al seguito, perché nella beneficenza natalizia la discrezione è tutto. Ed è stato soltanto lungo il cammino che ha incontrato la signora City Angels (Angels è il cognome) che si è proposta di dargli una mano, al buon Salvini, con quella borsaccia rossa così pesante, che metti mai che il rosso lo riporti al passato quando giocava a fare il comunista antiproibizionista, molto prima di sposare la democrazia illiberale alla Putin.
Non pensate, malpensanti che fosse stato tutto preparato.

Del resto la foto in alto trasuda sincerità, compassione e umanità, ad ogni pixel, e tutta la verità sta nel contorno. Ci riferiamo ai microfoni, alla donna che allunga una borsa, e all’abbigliamento raffinato del segretario leghista in caduta libera.

Ci si mettono anche i City Angels a prendersela con la beneficienza fatta ad uso propagandistico; come se Salvini non fosse stato scoperto lungo il cammino da bande di cronisti affamati che lo aspettavano lì dal 4 novembre scorso. Ingrati. E addirittura Mario Furlan, presidente e fondatore dei City Angels, ha reso noto via Facebook che non gli ha fatto “piacere che la nostra madrina sia andata a consegnare i doni agli anziani soli con Matteo Salvini. Anzi, mi sono girate le balle”. Sarà invidia? Non lo sappiamo.

Certamente se sei il leader di un partito populista, sovranista e razzista, i cui leader ed eletti troppo spesso inneggiano alla discriminazione degli altri: siano lombardi che valgono più dei laziali, siano negher, siano anziani che per salvarli si rovina la vita ai giovani, siano squadracce che manifestano sotto casi di ministri o sindaci lombardi, siano altri che la salute non è un diritto costituzionale, diventa molto difficile passare inosservati, Signora mia.

Si è sempre sotto i riflettori: una vita di merda.

Figurarsi poi quando si annuncia con chi si passerà il Natale e come, simulando persino di essere buoni, dimenticandosi volutamente di ciò che il tuo partito ha fatto a Como, e inciampando per caso in un gruppuscolo di un centinaio di giornalisti armati di strumenti fino ai denti, che passavano giusto di lì avendo un paio d’ore libere e vieni incolpato di essere un’opportunista che si crea le occasioni per farsi pubblicità da solo. Tu che sei tutto sincerità e bontade.

 

(26 dicembre 2020)

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