di Manlio Converti* #LGBTI twitter@gaiaitaliacom #Coronavirus
A questa grande domanda, fondamentale per circa il 10% degli italiani, nessuno ha dato finora risposte, ma sappiamo che invece numerosi problemi preesistenti si possono essere esasperati nella realtà violentemente modificata dalla Quarantena.
Negli USA, dove è nata la prima associazione medica LGBTI nel 1989 (GLMA), si sono prodotte ben due lettere/appello ad istituzioni e organizzazioni sanitarie, alle quali abbiamo aderito anche noi di AMIGAY APS, adattandola al contesto italiano:
- Accesso al SSN non discriminante
- Valutazione dell’impatto sulla popolazione LGBTI del COVID
- Garanzie economiche estese anche alle persone LGBTI e sex worker
A livello internazionale dobbiamo ricordare anche il recente discorso all’ONU della Segretaria Michelle Bachelet sui seguenti temi:
https://www.ohchr.org/Documents/Issues/LGBT/LGBTIpeople.pdf
- Accesso al SSN senza stigmatizzazione in caso di COVID di persone, coppie o famiglie LGBTI
- Mancata disponibilità del SSN a garantire terapie ormonali alle persone Transgender oppure HIV alle persone sieropositive
- Violenza domestica o abusi, per la forzata quarantena con familiari ostili agli adolescenti LGBTI
- Perdita del lavoro superiore alla media per le persone LGBTI
- Solitudine soprattutto degli anziani LGBTI e delle persone Transgender
Abbiamo quindi letto progressivamente online le preoccupazioni della comunità LGBTI in Italia rispetto a:
- chiusura dei luoghi di incontro LGBTI
- pericolosità degli incontri promiscui via chat
- assenza di garanzie nei decreti del governo per minori e lavoratori delle famiglie arcobaleno o rainbow, neanche in Fase 2
- Definizione di CONGIUNTO rispetto alla norma in Fase 2
Come AMIGAY ( https://amigayonlus.wixsite.com/website ) abbiamo iniziato a produrre già a fine febbraio dei materiali che alternavano la cronaca generale con due diverse linee di informazione.
- Sostegno e visibilità al personale sanitario LGBTI impegnato contro il COVID
- Informazioni specifiche per le persone Lesbiche, Omosessuali o Transgender in Quarantena
Abbiamo anche scritto, senza mai ottenere risposta ai Ministeri della Ricerca Scientifica, della Salute e delle Pari Opportunità per sottolineare la necessità di fare partire almeno una ricerca scientifica con una ANAGRAFICA INCLUSIVA delle persone LGBTI.
Dopo aver scritto anche alle varie organizzazioni, che nel frattempo hanno invaso la rete con le loro query online, nel merito, abbiamo ottenuto solo poche risposte negative, inclusa l’ultima. L’Università la Sapienza, in modo superficiale e discriminante, ha ribadito che secondo loro le persone LGBTI sono libere di classificarsi come M o come F nell’unica grande ricerca sponsorizzata anche dal Ministero della Salute, confondendosi così a loro scelta nella massa e rendendo impossibile sapere i nostri specifici bisogni psicologici e sociali.
Anche in Italia abbiamo subito un ulteriore attacco trasversale, da parte del Presidente della Società Italiana di Pediatria (SIP) che in un editoriale di Gennaio, arrivato solo a fine Marzo nelle mail dei pediatri e pochi giorni fa alla nostra attenzione. Nel suo editoriale, copiando il discorso di Salvini e Meloni contro Genitore 1 e 2, il Presidente della SIP gli dava una patina pseudo-scientifica in assenza di bibliografia. Contattato personalmente, dopo oltre un anno che cercavamo di avere rapporti con la SIP, oltre a dichiararsi offeso per le nostre critiche, ha utilizzato come unico argomento imprescindibile quello dell’allattamento materno, da lui trasformato in totem obbligatorio. Abbiamo ribadito i nostri 10 specifici punti per una Pediatria di Genere LGBTI cui andrebbe aggiunto quello per la Ginecologia di Genere LGBTI (corsi di formazione di almeno due ore a tutti i futuri genitori per sapere che il 10% dei loro figli sarà LGBTI, e 1/1000 circa è intersessuale alla nascita e che va bene così).
La Medicina di Genere LGBTI è teoricamente un obbligo da inserire nel Corso Formativo Universitario, ma in Italia tutto si muove col passo di un gambero quando si parla di Diritti, in questo caso Sanitari, delle persone LGBTI.
Concludiamo la nostra lunga disamina con il bisogno di tutela anche dei Diritti Sindacali del Personale Sanitario LGBTI attraverso queste tre misure di Diversity Managemente:
- Diritto al Libretto di Lavoro ALIAS per persone Transgender ed Intersessuali
- Diritto al Coming Out e di conseguenza Sostegno al Coming Out
- Obbligo di Formazione in Medicina di Genere LGBTI
- Diritto per entrambi i genitori LGBTI di seguire i propri figli con uguali diritti (oggi non compresi neanche nella legge sulle Unioni Civili)
*Manlio Converti
Psichiatra
Presidente AMIGAY APS
(27 aprile 2020)
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