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Ed ora dovremmo anche credere all’hackeraggio della piattaforma pentastelluta, ma dai…

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Omnia Vincit Amor (finché dura…) e tutti i gatti miao…

di Giovanna Di Rosa, twitter@gaiaitaliacom

 

 

Specializzati in depistaggi mediatici, soprattutto quando le cose vanno male, anzi peggio, i Santoni del Sacro Blog a 5Stelle sono bravissimi a distogliere l’attenzione da ciò che conta – le disgrazie di Roma, quelle di Torino, la gente che fugge da una poltrona pentastellata del Comune di Ragusa per cercare di salire sul carro della poltrona pentastellata alle Regione Sicilia – per dirottarla su scemenze di nessun tipo, come i due hackeraggi alla piattaforma del componente la Diarchia: un hackeraggio buono e uno cattivo. Sottile metafora del M5S composto dal 50% di buoni e dal 50% di cattivi. Nell’opera di ectoplasmizzazione di ciò che conta sono aiutati dai grandi [sic] quotidiani italiani.

Il profilo che ha deciso di hackerare la premiata ditta dello sfascio a 5Stelle, non ci va sta andando giù leggero, come testimoniano alcuni tweet che vi riportiamo qui sotto e dimostra come la superficialità con la quale questi ciarlatani della politica ad alto [sic] livello, dell’incapacità di governo, sia applicata anche alla costruzione di siti che dovrebbero cambiare la storia dell’italica repubblica. A suon di web. A suon di hacker.

 

 

Dunque i controllori del web, vengono controllati. I troll del web vengono trollati. Dato che tutto sul web può essere hackerato, i gèni pentastellati non sfuggono alla regola e i quotidiani italiani non perdono certo l’occasione di investire su quella che dovrebbe essere la notizia, ad esempio l’hackeraggio al buon Casaleggio, così da non avere spazio per occuparsi di altre questioni a 5Stelle più rilevanti: questioni legate al governo di Roma, banchi vuoti dei 5Stelle alla Camera poche ore dopo le grida di Di Maio per evitare al parlamento di andare in ferie e via pentastellando.



Così che non ci resta altro che credere anche all’hackeraggio ai 5Stelle, messo giù in modo che si percepisca che la pericolosità viene dagli sconosciuti hacker (cattivissimi!) del web piuttosto che da coloro che nell’oscurità del web lavorano per avere il controllo politico, via web, di un paese. C’è molta più oscurità nel disegno politico del M5S, e nel fatto che nessuno ne parli di questa oscurità, che nel palese disegno sputtanatorio di un hacker mattacchione che sbatte sotto il naso ai poveri pentastellati ciò che sono. Sedicenti gèni, autonominatisi salvatori della patria, con poco da dire e – sembrerebbe – molto che non vogliono dire.

Se l’hacker mattacchione ha devastato Rousseau, il M5S ha perpetrato Rousseau. Insieme ad ogni manifestazione di buon senso.





(4 agosto 2017)

 

 

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