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La perversione a 5Stelle “Uno vale Uno” sapeva di falso anche quando fingevano di crederci

foto: ANSA/ALESSANDRO DI MEO

di Il Capo

 

 

 

 

 

La faccenduola dell’Uno vale Uno (finché Grillo non decide il contrario) puzzava di falso già quando tutti i devoti della Setta a 5 Stelle facevano finta di crederci. Uno vale Uno è stata la più furba delle trovate pubblicitarie partorite dalla pregiata ditta Grillo/Casaleggio per meglio vendersi agli elettori creduloni che hanno bisogno di un Messia e ad un messia si affidano, ma era evidente da quasi subito – evidentissimo dopo l’elezione di Virginia Raggi la Favolosa – che l’Uno vale Uno non esisteva. Era un giochetto da sventolare come il fazzoletto nel fanciullesco gioco a “Rubabandiera” e via a chi corre più forte.

 

Il M5S delle balle spaziali non ha fatto altro che perfezionare il già favoloso mondo del berlusconismo che prima gridava al vento “un milione di posti di lavoro” ed oggi strombazza “denti gratis per tutti”, perché l’età lascia il segno, ma il messaggio perverso – profondamente perverso – è rimasto inalterato: l’importante per essere esponenti a 5Stelle, come per essere protagonisti della patetica epopea del berlusconismo, è non valere una beata minchia, essere capaci di gridare incongruenze, ma di gridarle in maniera convincente; basta credere alle scie chimiche, gridare che i vaccini sono dannosi, essere d’accordo con le unioni civili ed il matrimonio egualitario e poi non votare la legge all’ultimo momento; basta andare online in 38 e votare per le cliccarie diMonza, fare firme false per le candidature di Palermo o eleggere una sindaca e minisindaci totalmente incapaci nella Capitale e poi fare scomparire tutte le notizie che riguardano i loro fallimenti, i loro avvisi di garanzia, tutto ciò che hanno promesso e non sono stati capaci di fare. Il M5S ed i  vari partiti che hanno segnato la galassia del Berlusconismo sono la stessa identica e falsissima cosa.




Certo Berlusconi poteva contare sul suo carisma personale: Grillo è solo un imbonitore patetico ed incapace, che non ha idee politiche, che non sa su cosa puntare se non allo sfascio dell’esistente senza soluzioni per il futuro. In questo Berlusconi era differente: le idee chiare sul futuro ce le aveva, non è riuscito a realizzarle. Per fortuna, diremmo noi. Ora bisogna sperare che gli elettori siano abbastanza furbi da non ripetere l’errore fatto votando i partiti di plastica perdendosi nella fandonie a 5Stelle del partito del blog. Non che abbiamo molte speranze. Vero è che il M5S, tra le numerose disgrazie che sono capitate ai suoi elettori, agli adepti del Sacro Blog ed ai poveracci che se li devono sorbire loro malgrado, annovera talenti dell’inutilità come Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista e Paola Taverna che riescono dove nessuno è riuscito prima di loro: trasformare osservazioni che in sé avrebbero anche una valenza politica nel nulla assoluto, nella proiezione di un ego insensato che regala palpitazioni vaginali e prostatiche ad ogni inquadratura televisiva e, perdendosi nell’orgasmo, pronunciare soltanto stupidaggini.

 

Beppe Grillo, preda del suo delirio di essere qualcuno e di avere potere, ha commesso un errore che avrebbe potuto evitare: ha invalidato le cliccarie del 50 voti online, o dei 500, o quelli che sono, semplicemente perché la candidata vincitrice non era di suo gradimento ed ha definitivamente messo in soffitta, la sua balla spaziale primordiale, quella dell’uno vale uno. Ora aspettiamoci di tutti, anche che un rappresentante istituzionale, magari proprio un vicepresidente della Camera (Bersani, ti ricordi cos’hai fatto?) inneggi alla conquista del Parlamento coi forconi: i falliti e gli incapaci quando conquistano il potere, e 100mila euro all’anno venendo dalla disoccupazione o dal fare gli steward negli stadi, sono disposti a qualsiasi cosa pur di non perdere potere e 100mila euro all’anno. Ne vedremo delle belle.

 

 

 

(18 marzo 2017)

 

 

 

 

 

 

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