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Sergio Lo Giudice: “Ci sono i numeri per approvare le Unioni Civili”. Nostra Intervista

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Sergio Lo Giudice 03di Daniele Santi

 

 

 

 

La discussione della Legge Cirinnà sulle Unioni Civili è stata rimandata a dopo la discussione sulle leggi di Bilancio che blocca ogni altro provvedimento. Molte le polemiche sulla decisione, con il sottosegretario alle Riforme Ivan Scalfarotto che se la prende con Sel e M5S, e la relatrice e prima firmataria delle Legge Monica Cirinnà (da noi interpellata a più riprese negli ultimi tempi) che dice lo stesso.

 

Abbiamo chiesto al Sen. Sergio Lo Giudice, già presidente di Arcigay, primo firmatario di un intelligente progetto di Legge sul matrimonio egualitario momentaneamente accantonato, di spiegarci come sono andate le cose in questa breve intervista che vi proponiamo.

 

E’ in grado di dirci quando inizierà la discussione della legge Cirinnà?
Il capogruppo del Pd  Sabato Luigi Zanda ha già chiesto che il 14 ottobre, dopo il voto finale sulla riforma della Costituzione , si vada in aula con le  Unioni Civili. Il provvedimento potrà così essere, come si dice, “incardinato” cioè inizierà il suo percorso in aula. Purtroppo il 15 ottobre inizierà la discussione sulle leggi di bilancio e questo farà sospendere ogni altro provvedimento , per cui per riprendere la discussione sulle unioni civili bisognerà aspettare novembre.

Perché la sua calendarizzazione viene rimandata?
Il Pd aveva chiesto di concludere il voto sulle riforme l’8 ottobre e di dedicare la settimana successiva alle unioni civili, entro la data del 15 quando inizierà la sessione di bilancio. Le opposizioni hanno chiesto una settimana in più è così il calendario previsto è saltato. Si è detto che è responsabilità di Sel e del M5S: tecnicamente è così, anche se non me la sento di biasimare le opposizioni se hanno chiesto alcuni giorni in più per discutere la modifica della Costituzione. Purtroppo si è creato un ingorgo di provvedimenti che ci obbligherà ad aspettare ancora un po’.

Cosa risponderebbe a chi accusa la legge di essere discriminatoria verso le persone eterosessuali?
Questa legge è un passo molto importante verso l’uguaglianza ma non è la tappa finale. Finché non si arriverà al matrimonio egualitario ( su cui ho presentato il mio disegno di legge 15, per ora accantonato) ogni legge riservata alle coppie dello stesso sesso, fosse anche la migliore del mondo, porterà con sé un principio di separazione incompatibile col principio di uguaglianza. Tuttavia sono convinto che, com’è accaduto nel resto d’Europa, questa legge ci aiuterà a smuovere le acque e ad
arrivare presto all’estensione del matrimonio.

Cosa significa discutere la Legge senza il relatore?
Non è la prima volta che accade e non sarà l’ultima. Questo renderà più complicata la
gestione del provvedimento, ma ci consente di superare l’ostruzionismo in commissione. Non potremo contare su Monica  Cirinnà, che si sta battendo come una leonessa, per la guida delle votazioni in aula, ma andremo avanti lo stesso.

Ritiene che ci siano i numeri, alla Camera ed al Senato, per l’approvazione della Legge?
I numeri sulla carta ci sono abbondantemente, come mostra il voto di marzo con cui in commissione giustizia è stato adottato il testo base. Certamente il percorso sarà pieno di difficoltà e non mancheranno insidiosi voti segreti in aula, ma sono fiducioso che alla fine riusciremo ad approvare una buona legge. Io sono impegnato quotidianamente per raggiungere questo obiettivo.

 

 

Non ci resta che aspettare novembre e l’approvazione della Legge che mai come in questo momento pare essere a portata di mano. Speriamo che invece di perdere tempo in inutili esercizi di dietrologia e di conferme al complottismo, l’associazionismo LGBT decida di sostenere, con azioni nella società e nel quotidiano, l’approvazione della Legge senza lasciare campo libero ai cattofascisti integralisti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(26 settembre 2015)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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