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Roma, impediscono ai bambini Rom di recarsi a scuola: è follia nazista

Roma Blocco Studentescodi Il Capo

Non ci interessa sapere da dove vengano, fisicamente, geograficamente o politicamente: impedire ai bambini rom – 90 bambini che vogliono ed hanno diritto all’istruzione – di recarsi a scuola è puro nazismo. Nemmeno si può definire tanto è inqualificabile, profondamente corrotto, sbagliato. Ed è purtroppo la testimonianza che l’estrema destra romana sta mettendo in atto un disegno di destabilizzazione delle fondamenta della convivenza civile della Capitale che non può e non deve non inquietare: dalle manifestazioni a Tor Sapienza contro gli stranieri che occupano abusivamente gli appartamenti, senza denunciare quanti sono i romani che fanno la stessa cosa (c’ha pensato la loro stessa stupidità a farlo, non ci potevano credere di essere in tivvù), ai gruppuscoli di esaltati che denunciano l’invivibilità di Torpignattara, quartiere che conosciamo assai bene e che è invece vivibilissimo, salvo episodi da dimenticare come l’assassinio di un pakistano imputato ad un italiano, pensa un po’, all’ultima manifestazione di venerdì 28 novembre, quando oltre 500 esponenti del Blocco Studentesco e alcuni studenti degli istituti Tacito e Domizia Lucilla hanno manifestato  in via Cesare Lombroso, a Roma, nei pressi del campo nomadi impedendo ad alcuni rom di entrare a scuola.

In due parole questi “guardiani della convivenza civile” [sic] accusano di violenze i Rom e di fatto commettono altre violenze (impedire agli abitanti del campo di uscire è un atto di violenza).

La denuncia arriva dalla Cooperativa Eureka che gestisce i servizi del campo. Sulla questione, delicatissima, intervengono alcuni assessori della giunta capitolina. Alessandra Cattoi condanna “fermamente il gesto meschino di uno sparuto gruppo riconducibile all’estrema destra che questa mattina ha impedito ai bambine e alle bambine del campo rom di via Cesare Lombroso e ai loro operatori di andare a scuola. Si tratta di una violazione grave di un diritto sancito dalla Costituzione che, come tale, va rispettato e garantito. Ma anche di un gesto vile nei confronti di minori fragili che dovrebbero essere protetti e tutelati e non trattati con violenza e aggressività. Il lavoro quotidiano sul territorio di molte associazioni per la scolarizzazione dei rom e per l’inclusione scolastica non può essere messo a repentaglio da chi mette in atto comportamenti di matrice razzista e xenofoba. Roma non tollera episodi di tale gravità”.

Anche il vicesindaco Luigi Nieri interviene sulla questione: “Impedire ai bambini del campo di via Cesare Lombroso, nel XIV Municipio, di entrare a scuola, come è avvenuto oggi, è un gesto vergognoso e grave che respingiamo con forza. Un atto di razzismo che va contro ogni principio democratico e che vuole impedire ogni percorso di integrazione e accoglienza. Qualcuno sta cercando di alimentare tensioni e paure nella nostra città, e non solo, con l’obiettivo di strumentalizzare la sofferenza e il disagio causati da una crisi durissima. Lo fa con gesti inqualificabili come questo o diffondendo, ad arte, notizie false e destabilizzanti. Sono sicuro che gran parte dei romani è dalla parte di chi vuole costruire una città migliore per tutti, una città della legalità e dell’accoglienza, e non di chi mette a ferro e fuoco la città o alimenta paure magari con l’obiettivo di raccogliere qualche consenso in più”.

Parole di condanna che sono più che benvenute, ora però si muovano – quelli che si indignano a suon di comunicati stampa – affinché nulla di simile abbia a ripetersi in futuro e attivino i mezzi legali e legislativi che sono uno strumento della politica per garantire la civile convivenza di tutti nella Capitale. Non si può e non si deve permettere a sparuti gruppi di estremisti die strema destra di impadronisrsi della città. E se c’è chi delinque si applichi la legge. Siano essi Rom, stranieri o italianissimi esponenti di estrema destra.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(29 novembre 2014)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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