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Legge contro l’Omofobia, Barilla, Buonanno, genti LGTBI: gridano tutti e nessuno ascolta più nessuno

Isteriadi Iosonodio

Se c’è una perla di saggezza, magari ce n’è anche più di una, che esce dall’intervista alla Dott.a Morello che abbiamo pubblicato giovedì, è la necessità di evitare il conflitto, che vale sia per chi sta dalla parte di coloro che non vedono riconoscere i propri diritti, o persone LGTBI come si dice tra chi conosce gli acronimi – ma la gente comune conosce solo gay lesbica o trans, e anche su questo si potrebbe riflettere – sia per chi sta dalla parte del potere ipertutelato dalle leggi italiane, al contrario dei privati cittadini.

L’intolleranza da parte delle due parti si manifesta in modi differente: le grida, le proteste, il radicalizzarsi delle persone che non vedono riconosciuti i propri diritti e si scagliano contro coloro dai quali si sentono offesi (l’ultima infelice uscita di Guido Barilla ne è un esempio, non stiamo nemmeno a raccontarla tanto non si parla d’altro) e coloro che sentendosi insultati e attaccati reagiscono con un “che cazzo vuole ‘sta gente”, con l’esposizione di finocchi in parlamento del buon deputato leghista mentre Alessandro Zan di Sel pronuncia un intervento, con gli insulti e le campagne alla Forza Nuova (che ha proposto una legge contro la propaganda omosessuale), con il radicalizzarsi della lotta antigay.

Il problema rappresentato dalla legge Scalfarotto, approvata in prima lettura pochi giorni fa, potrebbe risolversi nell’ennesimo nulla di fatto, se il governo dovesse cadere tra pochi giorni, per l’effetto della decadenza di Berlusconi e dell’ammutinamento dei suoi peones disposti a distruggere l’Italia pur di non perdere la poltrona.

Ciò che non si risolverà è l’incapacità di ascoltarsi: se non si recupera quella, la capacità di confronto, se non si abbandona l’inutile radicalizzazione per sposare temi condivisi e adottare la politica di fare un passo per volta (e vogliamo pensare che su questo aspetto l‘On. Scalfarotto fosse in buona fede), davvero risultati in questa Italietta devastata dagli “ismi” non andremo da nessuna parte.

E crediamo che questo possa applicare alla nostra sessualità etero, gay, lesbica e a qualsiasi identità di genere.

 

 

 

 

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