Ne abbiamo lette tante di scemenze, comprese le nostre, che ormai non sappiamo più come commentarle. E’ evidente che, dato il mestiere che ci siamo scelto, c’è poco da lamentarsi, molto da commentare, e forse ancor di più da ignorare. La notizia che vuole Barak Obama gay è assai succulenta, divertente, assurda, e vale la pena di commentarla.
Pare che oltre a essere gay Obama sia anche nero, della prima notizia non si è per nulla certi, della seconda più che certi. Non per scomodare una celebre battuta di Woody Allen, ma ci sono cose evidenti, altre che a volte bisogna inventarsele. Lo afferma un giornalista americano, il nome non lo diciamo nemmeno, sarebbe dargli troppa importanza, cui piace partecipare a trasmissioni radiofoniche sulla supremazia della razza (bianca, of course) o scrivere per iperconservatrici nuove organizzazioni o cercare di diventare un mito, un mal comune in questa società di vanitosi senza sostanza.
Dire che Barak Obama è gay non è una notizia, è un attacco omofobo: è l’ennesimo attacco a una comunità che lotta per i suoi diritti. E’ un attacco politico che utilizza un comunità, quella omosessuale, e che si serve del pettegolezzo su obama gay perché non lo si può attaccare per il colore della sua pelle senza essere definiti razzisti, che è quello che si è. L’odio omofobo è un veicolo per nascondere altri tipi di odio e fomentare altre intolleranze, che sono sempre le stesse.
In terra a stelle e strisce soprattutto.